SIGNA – Troppo gravi le lesioni riportate nell’incidente di lunedì 2 giugno in via Barberinese. Troppo gravi per il giovane cuore di Helena Pranci, 23 anni, alla guida della Kawasaki Zx 600 Ninja che nel tardo pomeriggio del giorno dedicato alla festa della Repubblica avrebbe travolto Martino Salemi, 57 anni, residente a Montecatini ma che da alcuni si era trasferito a Campi Bisenzio. Salemi è morto sul colpo e quella di Helena è una tragedia nella tragedia, anche se le condizioni della ragazza erano apparse subito gravissime ed era arrivata all’ospedale di Careggi in coma. E, come era prevedibile, la drammatica scomparsa della ventitreenne signese ha suscitato un’ondata di emozione fra i suoi amici: in tanti hanno riempito le pagine dei social network con commenti strazianti, con uno di loro, Marco, siamo riusciti a scambiare due parole due; troppo forte il dolore che sta vivendo, al punto di riuscire a pronunciare solo una frase, cercando di “ingoiare” le lacrime: “Non so che dire, era la mia migliore amica…”. Così come straziante è il post apparso sulla bacheca Facebook di Helena, stracolma di immagini che la ritraggono con la sua amata moto: “Ciao a tutti… amici e amiche… bikers, bikerine e zavorrine… La mia ultima battaglia, come ormai già sapete, non sono riuscita a vincerla. A chi può, a chi vuole, volevo far sapere che potrete salutarmi un’ultima volta domani alle 15.30 presso la chiesa San Giovanni Battista e Lorenzo, in piazza Cavour 3, a Signa. Ricordatemi così come mi avete conosciuto, con il sorriso sempre pronto e il kawapawa nel cuore”.
Toccante anche il pensiero di Paola: “Non eravamo in classe insieme ma abbiamo frequentato la stessa scuola e in questo momento il ricordo che mi viene in mente è quello del momento in cui uscivamo e magari capitava di scherzare insieme. Ultimamente non frequentava molto Signa ma la notizia della sua morte mi ha sconvolta”. Marco, poi, facendosi forza ci ha ripensato e ci ha richiamati al telefono: “Quello che ho scritto su Facebook è l’unica cosa che mi sento di dire in questo momento: “Helena, sei passata per i nostri cuori, sei rimasta nei nostri motori, adesso sarai il nostro angelo custode tutte le volte che indosseremo un casco e non solo, sei entrata nelle nostre vite e ci hai cambiato, migliorato, ci hai fatto fare chilometri sopra i nostri destrieri gommati, hai lasciato un solco indelebile sulle nostre guance e sulla nostra pelle che non andrà più via…”. E noi che Marco lo conosciamo personalmente e apprezziamo la sua sensibilità (oltre alle sue doti di fotografo), lo abbracciamo neanche tanto simbolicamente ma con il cuore. Una sensibilità dimostrata anche da un altro post: “Addio Helena, e grazie per tutto quello che hai fatto. Per chi volesse venire in moto per salutare Helena e non sa dove è la chiesa, mi troverete dalle 14.30 alle 15 alla Coop a Signa, poi vi accompagno alla chiesa per un’ultima sgassata in onore al nostro angelo”. E se Facebook è diventato sempre di più uno strumento per comunicare le proprie sensazioni, i “mi piace” ai singoli post rappresentano un vero e proprio “termometro” e misurano, in positivo o in negativo, l’affetto, la simpatia, le emozioni che si provano nei confronti di una persona: ebbene, al momento di scrivere sono già tantissimi ma siamo sicuri che nelle prossime ore saranno molti di più. La conclusione, però, spetta a Serena, con un pensiero che dovrebbe essere da monito per ognuno di noi: “E poi bho… la vita ha in serbo un altro destino… ma che li facciamo a fare i progetti in questa vita se poi si deve morire???? Proprio non capisco … ciao Helena r.i.p.”.