Don Bruno, il ricordo di uno dei “suoi” ragazzi a dieci anni dalla scomparsa

CAMPI BISENZIO – “Non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo” diceva Isabel Allende. Questo è il motivo perché ieri sera il “suo” Sacro Cuore era ancora lì a ricordare don Bruno Verdiani nel decennale della sua scomparsa. Tante persone di età diverse a riempire quella Chiesa, volutamente maiuscola, che don Bruno volle costruire e […]

CAMPI BISENZIO – “Non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo” diceva Isabel Allende. Questo è il motivo perché ieri sera il “suo” Sacro Cuore era ancora lì a ricordare don Bruno Verdiani nel decennale della sua scomparsa. Tante persone di età diverse a riempire quella Chiesa, volutamente maiuscola, che don Bruno volle costruire e radicare sul territorio insieme ai tanti che erano lì presenti. Una celebrazione presieduta da monsignor Andrea Bellandi, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Firenze, intensa dal punto di vista religioso e sentimentale in quanto i presenti, sebbene fosse una calda sera estiva, volevano “abbracciare” il loro primo parroco. Per ognuno don Bruno è significato qualcosa nella propria vita, per chi scrive, che non nasce sotto il campanile del Sacro Cuore, è stato accoglienza. Perché quando con i miei genitori mi presentai in via De Gasperi, ero poco più che un bambino che voleva andare lì perché avevo gli amici che facevano catechismo. Don Bruno ci aprì e una volta affacciatosi dalle scale ci fece salire dicendo che “ci prendeva” ma al costo di rivederci sulle panche della sua Chiesa. Oggi sono un po’ più “grandino” ma sono sempre lì. Nella Chiesa che in ogni angolo lo ricorda.

Dario Baldi