CAMPI BISENZIO – Da vice-parroco a Campi, nella Pieve di Santo Stefano, a parroco nella chiesa di San Pietro a Luco di Mugello. Ma senza dimenticare gli amici lasciati “all’ombra” della Rocca, anzi. E’ la storia di don Marcial Guillermo Gonzalez Araya, meglio conosciuto come don Marcial, che da poco più di una settimana “ha preso possesso” del suo nuovo incarico con grande entusiasmo. Cileno, arrivato in Italia nel 2012, prima di svolgere il servizio sacerdotale a Campi, era già stato nel Mugello, a Vicchio, per sette mesi. Ma senza dubbio è stata l’esperienza campigiana quella che gli ha lasciato maggiormente il segno, in senso positivo ovviamente, dal punto di vista personale e pastorale. “E’ stata un’esperienza bellissima, – racconta – insieme a persone accoglienti che mi fanno avere un ricordo altrettanto bello dei campigiani conosciuti in questi anni. Con tanti rapporti umani importanti. Certo, quando si va via da un luogo dove siamo stati bene, c’è sempre un po’ di tristezza ma appena ho saputo dall’arcivescovo di Firenze della mia nomina, ho detto subito sì”. Luco di Mugello è una parrocchia più piccola rispetto a quella di Campi, le anime sono circa 1.500, ma don Marcial si è calato subito con grande passione nel nuovo servizio. “Quello che ho riscontrato – continua nel suo racconto – è un senso di identità e di appartenenza a questa terra forte. Ho iniziato un percorso umano e spirituale significativo e ne sono felice. Quale sarà il mio impegno? Quello di portare avanti una “normale” vita di parrocchia, con le attività che la contraddistinguono e con un’attenzione particolare ai giovani e alle associazioni”.
“E’ stata una presenza bella e precisa”: è estremamente positiva l’opinione di don Marco Fagotti, parroco di Santo Stefano, sull’esperienza pastorale insieme a don Marcial. “E’ stato un tempo lungo e che sicuramente ci ha permesso di conoscerci bene. Di solito il sabato pranzavamo insieme ed era quello il momento in cui ci scambiavamo le nostre impressioni e parlavamo di più insieme. Grande conoscitore dell’arte e del nostro paese, è stato soprattutto sempre fedele agli impegni pastorali della parrocchia. Ci eravamo divisi i compiti, io mi occupavo maggiormente dei giovani, lui più degli anziani e dei malati, oltre a dimostrare grande disponibilità verso le altre parrocchie quando c’era bisogno di dare una mano”. “Passava molto tempo a confessare – aggiunge don Marco – e ho un bellissimo ricordo delle sue omelie, nonostante a volte avesse qualche difficoltà, comprensibile, con la lingua italiana. Adesso è a Luco e se da un lato sono dispiaciuto per la sua partenza, dall’altro sono contento perchè ha realizzato quello che è il sogno di tutti i sacerdoti diocesani. In una parrocchia, fra l’altro, in cui sono sicuro che saprà dare un respiro “paterno”, quello di cui probabilmente aveva bisogno”.
Fra gli amici che ha lasciato a Campi, c’è senz’altro il Provveditore della Misericordia, Cristiano Biancalani, sul quale don Marcial si è espresso così: “E’ stata ed è un’amicizia importante. E lo ringrazio anche perché qui un po’ mi ha aperto la strada parlando di me con i volontari della Misericordia locale, confermando di essere una “traccia” di rilievo nella mia vita”. “Negli anni della sua permanenza a Campi – ha detto invece Biancalani – si è instaurato un bel rapporto di amicizia che senz’altro potrà continuare. Un rapporto che mi ha visto coinvolto, anche in veste di Provveditore insieme ad altri Fratelli della Misericordia, presenziare alla celebrazione della Santa Messa di congedo e contribuire al suo trasferimento presso la nuova parrocchia dove gli ho fatto conoscere alcuni amici della Misericordia del posto in modo da avere un punto di riferimento sicuro e di aiuto, in caso di necessità, immediato”.