CAMPI BISENZIO – Come già successo a Pasqua, anche per le festività natalizie don Giovanni Momigli, da sempre amico di Piananotizie, ha inviato alla nostra redazione la preghiera che caratterizza la sua novena di Natale. Una preghiera che vuole essere anche un augurio per l’imminente arrivo del giorno più atteso dell’anno, che noi contraccambiamo e che rivolgiamo anche ai nostri lettori.
Preghiera a Gesù
Caro Gesù, sono qui, solo, davanti al Presepe. Ti guardo bambino. Intorno a me c’è un grande silenzio, ma dentro di me non si placano i tumulti che sempre mi accompagnano. Dal caos interiore, mi raggiunge chiara la stessa domanda che Dio Padre ha rivolto all’uomo nel giardino e che tu, ora, rivolgi a me con dolcezza: «dove sei?». Cerco di fare ordine nel mio intimo, per capire davvero dove sono, esistenzialmente e spiritualmente. Avverto subito che, con questa domanda, mi rinnovi la tua voglia di incontro e di comunione, per far crescere in me la fiducia necessaria per continuare a mettermi in gioco per te; per decidere, con libertà e responsabilità, le modalità con cui rispondere, oggi, alla tua chiamata. Contemplandoti nel Presepe, nasce in me un’immensa gratitudine, perché ci sei venuto incontro, facendoti carne, abitando in mezzo a noi e donandoci pienezza di vita, non per le nostre opere, ma per la tua infinita misericordia. Liberami dalla mancanza di gratitudine, perché disumanizza: rende l’essere umano sterile, pieno di sé, individualista, calcolatore, consumatore; fa venir meno la fiducia e rende le relazioni solo funzionali e vuote. Il senso di gratitudine, invece, rende umani. Fa riconoscere i propri limiti. Ci dice che il mondo e la storia non nascono con noi e che quello che facciamo è possibile grazie all’opera di chi ci ha preceduto, anche quando non è stata sempre o del tutto buona. E ci fa riannodare il filo della nostra storia: affranca dal peso del passato, libera dalla schiavitù del presente, apre con fiducia al futuro, ricchi della relazione con te e con gli altri. Senza un cuore grato, potremo essere fedeli in tutto, ma non potremo sperimentare la dolcezza, la bellezza e il calore dell’amore e della comunione con te e con i fratelli. Gesù, concedimi di capire e di sentire che tutto è grazia. Sempre! In questo Natale, per ogni donna e per ogni uomo, ti chiedo il dono della compagnia e della profezia. Il dono di saper “stare-con-te” , anche quando ti presenti con il volto delle persone che incontriamo, specialmente quelle che si trovano nella sofferenza e nel bisogno; il dono di saper “conte-stare” , con parresia, e di operare attivamente, per rimuovere tutto quello che, nella società, esclude, ferisce e degrada l’uomo. Con la forza del tuo amore e la delicatezza del sorriso di Dio, vieni Signore Gesù!
don Giovanni