Don Momigli: “La città è pluralità ma prima di tutto serve unità civica”

LASTRA A SIGNA – “Lo sforzo deve essere fatto in un disegno di città che non può essere uguale dovunque”. Parole e musica di don Giovanni Momigli che ieri sera ha presentato il suo libro “La città plurale – Migrazioni, interazione, unità civica”, scritto per Tau Editrice, al circolo Acli L’Ulivo di Lastra a Signa. […]

LASTRA A SIGNA – “Lo sforzo deve essere fatto in un disegno di città che non può essere uguale dovunque”. Parole e musica di don Giovanni Momigli che ieri sera ha presentato il suo libro “La città plurale – Migrazioni, interazione, unità civica”, scritto per Tau Editrice, al circolo Acli L’Ulivo di Lastra a Signa. Una serata organizzata dal circolo stesso in collaborazione con il gruppo Fratres Nesi e Associazione culturale Adesso. E alla quale hanno partecipato il sindaco di Prato e presidente regionale Anci Matteo Biffoni, l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo e il sindaco di Lastra a Signa Angela Bagni (presenti anche Gianni Taccetti e Leonardo Cappellini, rispettivamente presidente di Amici di adesso e vice-sindaco di Lastra a Signa e nell’occasione anche in rappresentanza del circolo). Una bella serata e dalla quale è emerso, a chiare note, che “per una società diversa, serve un salto etico ma per fare il quale bisogna rimettere al centro la persona”. Una bella serata, ricca di contenuti, per parlare del libro di don Momigli ma anche per discutere di immigrazione, pluralità e interazione.

“Quella che abbiamo di fronte agli occhi – ha detto Biffoni – è una situazione complessa ma, nonostante tutto, se si guarda a Prato e a quanto successo in questi anni, continuo a pensare che fare diversamente sia impossibile. Dobbiamo fare tutti uno sforzo maggiore nel segno dell’accoglienza”.

Concetti ribaditi dall’assessore Ciuoffo, che ha parlato di mezze misure di “valori da rimodellare in modo da allinearli a quelli che sono i vari aspetti della vita quotidiana. Ma soprattutto dobbiamo fare in modo che certi valori, in primis quello dell’accoglienza, tornino a essere parte fondante della società in cui viviamo”.

“Lo sforzo – ha detto don Momigli – deve essere fatto in un disegno di città che non può essere uguale dovunque. Una città va “creata”, bisogna essere artigiani ma non “sradicati”, bisogna sapere quello che si vuole costruire”. E ancora: “Bisogna costruire comunità altrimenti si perde il senso della storia e, quindi, si perde la visione, e tutto annega nell’oggi; con un cuore aperto non disgiunto dall’intelligenza, perché quello che fa la differenza è la differenza”.