Duplice omicidio, l’esperta: “Una società sempre più incapace di tollerare quello che fa l’altro”

SESTO FIORENTINO – Non c’è dubbio che quanto successo ieri a Sesto Fiorentino, con il duplice omicidio di padre e figlio da parte di un vicino di casa, sia stata e sia una vicenda che ha lasciato il segno. Non solo nella comunità sestese. Una vicenda per la quale abbiamo ricevuto un contributo da parte […]

SESTO FIORENTINO – Non c’è dubbio che quanto successo ieri a Sesto Fiorentino, con il duplice omicidio di padre e figlio da parte di un vicino di casa, sia stata e sia una vicenda che ha lasciato il segno. Non solo nella comunità sestese. Una vicenda per la quale abbiamo ricevuto un contributo da parte della dottoressa Daniela Pancani, psicoterapeuta e criminologa referente per Firenze e provincia dell’Osservatorio nazionale sostegno vittime.

“L’Osservatorio si stringe alle famiglia delle vittime del duplice omicidio avvenuto ieri a Sesto Fiorentino. Dalla ricostruzione delle testimonianze pare che il movente sia riconducibile a liti condominiali e dissapori maturati nel tempo. Padre e figlio stavano ristrutturando, dal gennaio scorso, una casa colonica e con molta probabilità i rumori, inevitabili, dei lavori creavano turbamento e tensione nel vicino. Quest’ultimo aveva anche perso il lavoro da poco e probabilmente si trovava in una condizione di forte stress emotivo. Quello che a oggi emerge è che comunque le vittime erano già state minacciate in passato ma che non era scattata alcuna denuncia, bensì un tentativo di “mediazione sociale”. Non siamo a conoscenza se l’autore del duplice omicidio soffrisse di problematiche psichiatriche (saranno le indagini a chiarire la criminogenesi e la criminodinamica) ma certamente emerge una sottovalutazione del rischio. Le minacce di morte con uso di armi hanno una procedibilità di ufficio e talvolta tutti i tentativi fatti, anche con i migliori propositi di conciliazione, rischiano di esacerbare una escalation di violenza. Anche se non è certamente possibile prevedere sempre certi crimini, non dobbiamo mai sottovalutarne un possibile passaggio all’atto. Forse, nonostante i buoni propositi della conciliazione, andavano presi provvedimenti più forti, come una segnalazione ai Servizi di salute mentale competenti per il territorio, in sinergia e raccordo con le forze dell’ordine. Di fatto due vite sono state spezzate per “futili motivi” e ci rattrista assistere sempre di più a una società incapace di tollerare le difficoltà dell’altro, con le sue transitorie complicazioni, come in questo caso, con una famiglia che stava ristrutturando una casa e che inevitabilmente “faceva rumore”. Quando l’ ostilità, il risentimento non trovano spazio espressivo ed elaborativo, non resta purtroppo che il passaggio all’atto (acting out). Anche l’omicida probabilmente doveva trovare un luogo di ascolto. Ma con il senno di poi purtroppo è sempre troppo tardi. L’Osservatorio esprime solidarietà e si rende disponibile a sostenere le famiglie delle vittime (qualora ne facessero richiesta).

Daniela Pancani (psicoterapeuta e criminologa)
info@ossevatoriosostegnovittime.com