LASTRA A SIGNA – Con i tempi che corrono, è una “bella” storia da raccontare. Una storia di giustizia in cui la volontà di vedere riconosciuti i propri diritti ha avuto la meglio. Protagonisti della vicenda una coppia di Lastra a Signa, marito e moglie, poco più di sessant’anni entrambi, due ragazzi in affido dal 2010. Con il dettaglio non di poco conto che la donna, purtroppo, ha un quadro clinico importante da quasi vent’anni, con problematiche che suo malgrado le impediscono anche di guidare la macchina. Ma quello sarebbe l’aspetto meno grave, soprattutto se messo a confronto con tante questioni legate alla quotidianità che lei non è più in grado di fare in modo autonomo.
Da qui, nel settembre del 2022, la richiesta all’Inps dell’invalidità civile e dell’indennità di accompagnamento. Accordata la prima, respinta la secondo. Tutto questo tre mesi dopo, nel dicembre del 2022, nonostante la situazione fosse evidente da subito, con il riconoscimento di essere “portatrice di handicap e invalidità con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta”. Parole trascritte negli atti che ci ha mostrato l’avvocato Chiara Pagni che, interpellata dalla coppia, nell’aprile del 2023 ha presentato il ricorso. “Troppo” illogica una risposta del genere.
Ancora qualche mese, siamo nel luglio dell’anno scorso, e, per fortuna, il giudice Davia ha accolto il ricorso presentato, dando il via alla procedura prevista in questi casi dalla legge (con la nomina di un CTU del Tribunale e di due periti, entrambi di parte), procedura che il 23 gennaio scorso ha messo fine alla vicenda dando ragione alla signora, che adesso finalmente ha anche l’indennità di accompagnamento, il risultato di una “battaglia” voluta soltanto per vedere rivendicati i propri diritti, ma anche per essere da “esempio” a chi magari si trova nella sua stessa situazione e, superato lo scoramento iniziale, dopo un no ricevuto, non riesce a trovare le forze per ottenere ciò che invece gli spetta.
Come ci conferma anche il marito della donna: “Anche i medici che ormai ci seguono da anni erano stupiti dal fatto che non ci fosse stato concesso. Mia moglie necessita di controlli periodici e spesso deve spostarsi in carrozzina. Nel caso fossimo “costretti” a dover ridare tutto indietro, sarei io il primo a essere felice, perché vorrebbe dire che mia moglie sta bene. Ma purtroppo non è così…”.