Economia circolare, Monni: “Obiettivi raggiungibili, senza ideologismi e pregiudizi”

FIRENZE – “Entro la fine dell’anno consegnerò il nuovo Piano dell’economia circolare al Consiglio regionale. Ci siamo dati obiettivi importanti: aumentare la qualità e la quantità della raccolta differenziata, introdurre l’obiettivo del 65% di riciclo e superare le discariche attraverso la realizzazione di impianti efficienti di riciclo e recupero. Questi elementi sono strettamente connessi tra […]

FIRENZE – “Entro la fine dell’anno consegnerò il nuovo Piano dell’economia circolare al Consiglio regionale. Ci siamo dati obiettivi importanti: aumentare la qualità e la quantità della raccolta differenziata, introdurre l’obiettivo del 65% di riciclo e superare le discariche attraverso la realizzazione di impianti efficienti di riciclo e recupero. Questi elementi sono strettamente connessi tra loro, perché la raccolta differenziata è il mezzo più efficace per arrivare al raggiungimento dello scopo finale: estrarre valore dai rifiuti e far ritornare questo valore in circolo. Ricordiamoci però che è un mezzo, non un fine. I nostri obiettivi sono raggiungibili, ma ce la faremo solo se sapremo liberarci da gabbie ideologiche e pregiudizi per trovare le giuste soluzioni”. A dirlo è l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni, intervenuta questa mattina a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze al convegno “Economia circolare e nuove pratiche per la raccolta ed il recupero”, organizzato dalla Cgil Toscana.

Pur senza entrare nel merito di aspetti strettamente operativi, l’assessore ha toccato anche il tema del porta a porta, uno dei temi caldi della discussione: “Il porta a porta si sta rivelando efficace ma siamo consapevoli che ha un peso molto forte, sia dal punto di vista economico, che sulle spalle e sulle braccia dei lavoratori. Anche in questo senso dobbiamo superare le ideologie e valutare tutto: efficacia degli strumenti, economicità processi, rispetto diritti lavoratori, giustizia tra i generi nello svolgimento delle stesse funzioni”.

Il convegno, infatti, ha messo a confronto esperienze diverse e buone pratiche portate avanti nelle varie realtà toscane. Al tavolo dei relatori, presieduto dal responsabile del Dipartimento ambiente e territorio della Cgil Toscana Simone Porzio, oltre all’assessore Monni erano presenti anche Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana, Maurizio Brotini, segretario Cgil Toscana, Nicola Ciolini, presidente di Alia, Alessandro Fabbrini, presidente di SEI Toscana, Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, Daniele Fortini, presidente di Reti Ambiente Toscana, Alberto Irace, amministratore delegato Alia, e Simonetta Poggiali, segretaria della Funzione Pubblica Cgil Toscana.

“La strada intrapresa dalla Regione sull’economia circolare e le nuove pratiche per la raccolta e il recupero va nella direzione corretta, e noi vogliamo portare un nostro contributo, come dimostra l’iniziativa di oggi. Le discariche devono tendere a zero così come il bruciare i rifiuti, – ha detto Brotini – c’è bisogno di tanta impiantisca intermedia complessa che usa tecnologie moderne: è giusto che nelle norme regionali si indichi non solo il tasso di raccolta differenziata ma anche di riciclo, che misuri il recupero dei rifiuti. Vanno aggiornate le modalità di raccolta, tenendo insieme il consenso delle comunità locali che vanno coinvolte e ascoltate, il confronto col sindacato, la tutela dei posti di lavoro. Su questa strada, va riportata la discussione non sulla eventuale quotazione in borsa della Multiutility regionale dei servizi, ma su quali siano gli obiettivi ambientali e sociali in un settore che rappresenta beni comuni”. Ha aggiunto Simonetta Poggiali di Fp Cgil Toscana: “Bene che, dopo tanti anni, si pensi anche al riciclo oltre che alla raccolta differenziata. In queste complesse operazioni sul settore, è fondamentale che i lavoratori degli appalti abbiano gli stessi diritti e tutele di quelli diretti, così come va bene seguire la strada delle internalizzazioni. Inoltre, nella prospettiva del cambio di raccolta, i futuri impianti devono essere gestiti dalle aziende”.