Economia, focus Ires “crescita prevista dell’1%”

SESTO FIORENTINO – Crescita prevista dell’1% dopo anni di “zero virgola” (grazie all’export), mercato del lavoro a più velocità a seconda del territorio, boom della precarietà dopo la fine degli incentivi: questo dice il terzo rapporto Ires sull’economia toscana 2017, con lo speciale dedicato alle province (studiati parametri quali import/export, consumi e reddito, avviamenti al […]

SESTO FIORENTINO – Crescita prevista dell’1% dopo anni di “zero virgola” (grazie all’export), mercato del lavoro a più velocità a seconda del territorio, boom della precarietà dopo la fine degli incentivi: questo dice il terzo rapporto Ires sull’economia toscana 2017, con lo speciale dedicato alle province (studiati parametri quali import/export, consumi e reddito, avviamenti al lavoro, cassa integrazione, credito), presentato nella sede di Cgil Toscana a Firenze.

“Gran parte del merito di questo risultato è ascrivibile, in continuità e coerenza con quanto evidenziato nel precedente focus, alle ottime performance dell’export toscano”. E’ quanto sostiene Gianfranco Francese, presidente Ires Toscana. Una dinamica quella dell’esportazioni che mostra un segno positivo pressoché generalizzato rispetto ai comparti produttivi sia in ottica retrospettiva, che in ottica previsionale.

Questa parte del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, secondo Ires, fotografa un saldo positivo del 9,7%. Un dato a cui contribuiscono con diversa intensità tutti i comparti manifatturieri della regione, dalla Meccanica con un complessivo 1,7 %, alla Moda (tessile, abbigliamento, calzaturiero) + 8,6 %, fino agli exploit di agricoltura + 11 %, Industria estrattiva + 36,1 e Altra Industria + 19,9 %. In termini prognostici si prevede una crescita ulteriore delle esportazioni nel 2017 pari al 4,1 %.  “La perdurante qualità del lavoro toscano si conferma – prosegue Francese – quindi, come la base più solida su cui costruire realistiche ipotesi di crescita e superamento della crisi in toscana. Una crisi che, anche in presenza di una tenuta dei consumi interni rispetto al 2016 (+1,1 %) e ad un analogo leggero miglioramento degli investimenti, continua ad incidere nella carne viva dei cittadini e delle cittadine toscane dettandone atteggiamenti estremamente cauti nella propensione al consumo, rispetto a un quadro generale dell’ultimo decennio in cui il potere d’acquisto dei redditi di lavoro e da pensione ha subito una forte erosione. In uno scenario ancora fortemente instabile il previsto, parziale, recupero di potere d’acquisto nel 2017 non si riverserà immediatamente e automaticamente sui consumi andando, altresì, a rafforzare la propensione al risparmio delle famiglie”.

Dati positivi, ma prosegue Francese “una crescita che si consolidasse intorno all’1 %, decimale più decimale meno, non potrebbe determinare la svolta positiva verso il superamento della crisi. Appare ben difficile, infatti, che l’attuale intensità di crescita sia in grado di risollevare le condizioni del mercato del lavoro favorendo il recupero dei livelli di disoccupazione pre-crisi. In Toscana si evidenzia un differenziale ancora molto significativo (8,2 % la stima per il 2017 rispetto al 4,4 % registrato nel 2007)”.
Secondo il report il mercato del lavoro toscano mostra una tendenza coerente con quelle registrate negli ultimi focus e che, riferite al primo semestre 2017 sullo stesso periodo del 2016, segnano un forte aumento delle assunzioni per lavoro dipendente (+20,6 % pari a 33.300 posizioni). Un aumento segnato dall’esplosione dei contratti a tempo determinato (+28,4%) come conseguenza della fine degli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato. “Un raffronto – dice Francese – impietoso mostra come nel 2017 all’opposto del biennio 2015/2016, i quattro quinti delle assunzioni di lavoratori dipendenti siano con contratto a termine. Il contratto a termine è tornato ad essere quindi la forma contrattuale prevalente e nella prima parte del 2017 crescono anche gli apprendisti (+23,8 %), mentre il contratto a tempo indeterminato cala ancora dal 22,9 % al 18,1 %. Viceversa il contratto a termine sulle assunzioni totali passa dal 59,7 % al 64,4 % con un notevole incremento della condizione di precarietà delle persone. Una condizione alimentata anche dal venir meno di qualsiasi vincolo al numero di proroghe dei contratti e dall’obbligo di specificare la motivazione (causale) del rapporto. Coerentemente al quadro descritto aumentano le cessazioni (+16,6 %) a frnte dello stesso periodo dello scorso anno che aveva registrato invece una diminuzione. Si tratta soprattutto di rapporti a termine a testimonianza anche dell’elevato turn-over che contraddistingue queste tipologie contrattuali”.

Si registra un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni dall’esplosione dei contratti a termine. Se si guarda allo spaccato del tempo indeterminato il saldo è negativo (- 4.792 a maggio 2016, – 7.313 a maggio 2017). Si è quasi dimezzato il numero di contratti a termine trasformati a tempo indeterminato rispetto al periodo 2015/2016 (da 12.972 a 6.943). Il dato della Cassa Integrazione si mostra in continuità con il precedente Focus, un andamento positivo nel senso di una sostanziale diminuzione delle ore utilizzate rispetto allo stesso periodo del 2016 (-41 % pari a 8,6 milioni di ore in meno) benché di poco inferiore al dato nazionale (-44 %). “E’ un dato questo – conclude Francese – delle diverse forme della Cassa Integrazione, che riguarda tutti i comparti industriali ma in misura diversa i territori della Toscana. Proprio questo elemento di differenziazione richiede una lettura non semplicistica e tantomeno scontata se messo al confronto con il dato dei percettori di prestazioni di sostegno al reddito che in Toscana segna un incremento del 15,7 % in ragione d’anno tra giugno 2016 e giugno 2017”.

“Questo focus, così come qualche giorno fa i dati Istat – afferma Dalida Angelini segretaria generale Cgil Toscana – conferma che la ripresa occupazionale è fondata sulla precarizzazione dei nuovi rapporti di lavoro. Inoltre, con l’estate lo strumento appena istituito dei nuovi voucher potrebbe avere un vero e proprio boom, spinto dall’uso massiccio che si prevede nel turismo, su tipologie di azienda – quella turistica: in genere con pochi dipendenti, dal piccolo albergo al bar o al ristorante – tagliata proprio a pennello. E’ urgente mettere al centro il tema della qualità e della stabilità dell’occupazione”.
“I dati del Focus Economia della Toscana – dice Mirko Lami segreteria Cgil Toscana, delega al Mercato del lavoro – ci indicano che siamo in una fase stagnante, anche i numeri relativi al calo della disoccupazione sono con percentuali basse”.