“Educare ad Internet i nostri figli”: il Centro MeMe mette in campo le competenze e i professionisti

CAMPI BISENZIO – Cyber crime e Body Shaming sono alcune delle parole che indicano atteggiamenti e situazioni di pericolo che si possono incontrare nella rete e dove le vittime sempre più spesso sono giovani e giovanissimi. “Educare ad Internet i nostri figli: tra opportunità e pericoli” è stato un momento di riflessione promosso dal Centro […]

CAMPI BISENZIO – Cyber crime e Body Shaming sono alcune delle parole che indicano atteggiamenti e situazioni di pericolo che si possono incontrare nella rete e dove le vittime sempre più spesso sono giovani e giovanissimi. “Educare ad Internet i nostri figli: tra opportunità e pericoli” è stato un momento di riflessione promosso dal Centro MeMe Formazione & Professione e da Chianti Mutua, in collaborazione con l’Associazione Forum-Lex e sostenuto da Misericordia di Campi Bisenzio, che si è tenuto sabato 14 maggio in sala consiliare alla presenza, fra gli altri dell’assessore alla pubblica istruzione Monica Roso.

Al centro dell’evento i principali pericoli che i nativi digitali possono incontrare utilizzando i canali web, soprattutto in età adolescenziale. Da qui l’esigenza, come ha sottolineato Cipriana Mengozzi, psicologa del lavoro e psicoterapeuta e amministratrice unica di Centro MeMe srls “di offrire ai destinatari dell’evento, principalmente genitori e insegnanti, le conoscenze psicologiche e legali, nonché gli strumenti idonei a prevenire ed affrontare i rischi della rete, ma anche la sua indiscutibile utilità”.

La psicologa Azzurra Tomici e la psicologa grafologa forense Marisa Aloia, rappresentanti dell’Associazione Forum-Lex, hanno presentato rispettivamente le tematiche del Grooming e delle sfide social, riportando diversi casi esemplificativi dell’adescamento su minori e le diverse challenge. Un esempio è il discusso fenomeno della Blue Whale che ha portato i ragazzi di tutto il mondo a compiere atti autolesionisti e suicidari, come lanciarsi dall’edificio più alto della propria città per una azione ultima di liberazione e affermazione della propria identità. Le due esperte hanno poi rappresentato le sindromi scatenate dai social, in particolare le tematiche relative all’isolamento sociale e alla pandemia (esempio: fenomeno dell’hikikomori, cioè a quei ragazzi che non escono di casa e talvolta neanche dalla stanza, ma che vivono una vita totalmente online, mediante i propri avatar). A contrasto di questi aspetti che colpiscono i giovani, le due psicologhe hanno poi presentato alcuni strumenti di recupero: la Pet Therapy e la grafologia. Strumenti che possono essere utilizzati da genitori e insegnanti per coinvolgere i ragazzi e instaurare una relazione con loro.

Elena Griessmair, invece, psicologa psicoterapeuta e referente del Servizio Infanzia e Adolescenza di Centro MeMe, ha riportato la sua esperienza clinica con bambini e adolescenti relativa alle tematiche del Cybercrime e del Body Shaming, invitando gli adulti sia ad ascoltare “il corpo che parla” dei loro figli, attraverso il quale si manifesta oggi il disagio giovanile sia ad entrare in quel mondo digitale che non appartiene all’adulto fin dalla nascita, ma con cui deve convivere quotidianamente. L’avvocato Roberta Rossi e la psicologa Lisa Battisti hanno proposto il tema delle insidie della rete, analizzando il Cybercrime nelle sue declinazioni più frequenti attualmente sui canali online (in particolare su Telegram). Tra questi la pedopornografia, il sexting e il revenge porn, tematiche che non riguardano solo gli adolescenti, ma soprattutto i giovani adulti e gli adulti, che a loro volta sono genitori. Infine, l’avvocato civilista Katiuscia Masi ha sottolineato l’importanza dell’educazione digitale e della consapevolezza nell’operare online, come fattore protettivo di ragazzi e famiglie.

(Foto ripresa da Facebook)