Emergenza casa aggravata da caro-vita: l’allarme e le proposte di Cgil e Sunia Toscana

FIRENZE – “Un’alleanza tra sindacato, Regione, Comuni, aziende e inquilini per combattere l’emergenza casa in Toscana su cui si rischia un disastro sociale”: è la proposta che Cgil e Sunia Toscana hanno lanciato stamani al convegno “Edilizia pubblica: la casa per l’emancipazione sociale” organizzato a Firenze dai due sindacati, a cui hanno partecipato anche alcuni […]

FIRENZE – “Un’alleanza tra sindacato, Regione, Comuni, aziende e inquilini per combattere l’emergenza casa in Toscana su cui si rischia un disastro sociale”: è la proposta che Cgil e Sunia Toscana hanno lanciato stamani al convegno “Edilizia pubblica: la casa per l’emancipazione sociale” organizzato a Firenze dai due sindacati, a cui hanno partecipato anche alcuni inquilini delle case popolari fiorentine. “L’edilizia pubblica – hanno spiegato Cgil e Sunia – è un pilastro dello stato sociale, fondamentale per il sostegno e l’emancipazione delle famiglie di lavoratori che hanno difficoltà a sostenere i costi del mercato dell’abita. Allo stato attuale, questa consapevolezza non sembra in alcun modo rientrare fra le priorità della politica nazionale. Ebbene noi, oggi, siamo a chiedere alla Regione Toscana ai suoi Comuni un salto di qualità e più attenzione al tema rispetto allo stato attuale, sia sulle risorse e sia avviando un percorso di riforma normativa della gestione del patrimonio abitativo dell’Erp toscana che, soprattutto in questi ultimi anni, sta manifestando molti limiti riguardo l’efficacia dell’azione programmatoria degli 11 ambiti Lode e dell’azione gestionale delle sue 11 aziende. Le politiche abitative tornino al centro dell’azione politica”.

Le conseguenze del post-pandemia, l’incremento esponenziale del costo della vita, da attribuire al rincaro dei costi energetici e dei beni alimentari, stanno ingenerando una progressiva diminuzione della capacità di spesa soprattutto per i costi dell’abitare: affitto, pagamento del mutuo, delle utenze domestiche e condominiali. Questo mix esplosivo porta a un caro vita che spingerà migliaia di famiglie a rivolgersi agli enti locali per un sostegno all’aggravarsi della propria situazione reddituale, ma proprio in questa fase, soprattutto per chi vive in affitto, le soluzioni offerte saranno residuali e totalmente insufficienti al bisogno. “Tanto più che – hanno aggiunto Cgil (con il segretario regionale Maurizio Brotini e il responsabile del Dipartimento Politiche Abitative Simone Porzio) e Sunia Toscana (con la segretaria generale Laura Grandi) – che per il 2023, dopo i tagli del Governo, non ci sarà il trasferimento di 25 milioni di euro di risorse per il fondo di sostegno all’affitto sul mercato privato e morosità incolpevole, sul quale confidavano circa 24.000 famiglie toscane. Una cosa grave e inaccettabile”.

I numeri dell’emergenza abitativa

In Toscana, all’inizio del 2023 ci sono 180.000 famiglie in disagio abitativo: un numero in crescita costante, che contribuisce a creare disorientamento, paura, sfiducia, rabbia sociale. La casa diventa il fattore prioritario di disgregazione e acceleratore di povertà. Se nel 2022 gli sfratti pendenti erano stati circa 5mila, per il 2023 Cgil e Sunia stimano una crescita di almeno il 30%, tra crisi economica, energetica, salariale e il taglio dei contributi affitto.

Gli sfratti

Sugli sfratti in Toscana, c’è da dire che nel 2021 sono state emesse ulteriori 3.200 richieste di convalida, mentre sono state 2.864 le richieste di esecuzione (in leggera crescita rispetto al 2020); i provvedimenti arrivano quasi a eguagliare quelli pre-pandemia giungendo a 3.148, e le esecuzioni si impennano, sono 948 ovvero +130% rispetto al 2020. Ma soprattutto è l’intensità a risultare il dato più inquietante: in Toscana sono uno ogni 1.752 famiglie, dato maggiore rispetto a quello nazionale. Firenze nel 2021 è la prima città in toscana per numeri di sfratti, con 1.035 nuove convalide di sfratto (95% per morosità) ed un aumento di percentuale del 155,56% rispetto al 2020, 832 richieste di esecuzione con forza pubblica. Pisa e provincia sono al secondo posto, con 304 nuove convalide di sfratto, 655 richieste di esecuzione (+604,30% rispetto all’anno precedente). Al terzo posto Livorno con 337 convalide di sfratto e 143 richieste di esecuzione, che corrispondono al 1644,81% in più rispetto l’anno precedente. Seguono Pistoia con 304 nuove convalide e 200 richieste di esecuzione (il 200% in più rispetto al 2020), Lucca con 256 nuove convalide e 211 richieste di esecuzione (+148% rispetto all’anno precedente), Prato con 254 nuove convalide e 315 richieste di esecuzione (+3,6%% rispetto all’anno precedente), Arezzo con 200 nuove convalide e 180 richieste di esecuzione (+47,54% rispetto all’anno precedente), Siena  con 175 nuove convalide e 136 richieste di esecuzione (+41,13 in più rispetto al 2020), Grosseto con 118 nuove convalide e 120 richieste di esecuzione (18,81% rispetto all’anno precedente), Massa Carrara con 156 nuove convalide e 73 richieste di esecuzione (+46% rispetto all’anno precedente).

Capitolo Erp

Gli ultimi dati sulle domande Erp dicono che in Toscana ci sono state 19.094 domande per avere una casa popolare (oltre 16mila ammesse alle graduatorie comunali). Il tasso di assegnazione effettiva per un alloggio Erp è del 4,8%, “numero indegno” secondo Cgil e Sunia (in pratica, possono servire 20 anni per avere una casa popolare, e non mancano i casi di gente che la chiede e non la ottiene mai). Così sono distribuite le domande: Arezzo 1.104 (96 assegnazioni); Empolese-Valdelsa 790 (46 assegnazioni); Firenze 3.418 (216 assegnazioni); Grosseto 985 (84 assegnazioni); Livorno 1.795 (156 assegnazioni); Lucca 1.647 (94 assegnazioni); Massa-Carrara 784 (45 assegnazioni); Pisa 2.209 (108 assegnazioni); Pistoia 636 (61 assegnazioni); Prato 1.854 (2 assegnazioni); Siena 926 (101 assegnazioni). I mutui per l’acquisto di una prima casa hanno una durata media di 25 anni con rata medi di 625 euro (meno o come l’importo di un affitto). Da decenni ormai il patrimonio di edilizia pubblica toscano non riesce a superare le 50.000 unità, ora si è su 49.894, e le nuove abitazioni in costruzione in tutta la Regione sono 293. Le case popolari restituite alla comunità dagli inquilini e attualmente sfitte perché in attesa di ristrutturazione (gran parte) ed assegnazione nel 2015 erano 1.815, adesso sono 4.051. La legge nazionale 80 del 2014 che prevedeva risorse per la loro ristrutturazione, dal 2020 non è stata più rifinanziata. “La Regione Toscana, grazie anche alla nostra pressante attenzione sulla questione, aveva stanziato, per gli anni 20-21-22, complessivi 32,4 milioni di euro per lo stesso scopo, ma in questi anni gli alloggi sfitti invece che diminuire grazie alle assegnazioni sono aumentati, – hanno detto Cgil e Sunia Toscana – fortunatamente, ci sono i fondi Pnrr destinati alla Toscana che ammonteranno fino al 2026 a 93 milioni di euro per la parte infrastrutturale, ma solo per la riqualificazione e recupero energetico e sismico del patrimonio esistente, oltre ai fondi per il superbonus per lo più inattivati nel settore dell’Erp, per svariati motivi, e ad altre risorse del PNRR che vedono la casa anche come luogo di cura e di socialità”.