Emergenza Coronavirus. Le richieste di Assoacconciatori

FIRENZE – C’è molta attesa per la riapertura del settore della bellezza e del benessere, quindi parrucchieri ed estetisti, ma anche per questa categoria sta  aumentando il clima di incertezza e apprensione, Confesercenti, attraverso il suo sindacato Assoacconciatori esprime la piena vicinanza e supporto all’intera categoria. Alla categoria sono state avanzate alcune richieste da parte di […]

FIRENZE – C’è molta attesa per la riapertura del settore della bellezza e del benessere, quindi parrucchieri ed estetisti, ma anche per questa categoria sta  aumentando il clima di incertezza e apprensione, Confesercenti, attraverso il suo sindacato Assoacconciatori esprime la piena vicinanza e supporto all’intera categoria. Alla categoria sono state avanzate alcune richieste da parte di due imprenditrici del settore di due località toscane.

Le richiesta si basano sulla necessità di fare chiarezza e certezza sulle regole. “E’ necessario – si legge in una nota di Assoacconciatori – un quadro chiaro, dettagliato e differenziato in materia di igiene e sicurezza da parte degli organi competenti, affinché le varie aziende in questione possano organizzarsi nei tempi utili per la riapertura; tutto questo scritto ed elaborato in maniera esaustiva e chiara onde evitare la libera interpretazione da parte degli organi preposti al controllo”. Serve, sempre secondo la nota, “un contributo a fondo perduto di cinquemila euro che copra le ingenti spese di adeguamento dei locali; costi che per molti mesi graveranno sulle imprese: sia per l’acquisto di materiali necessari per la messa in sicurezza, che per consulenze tecniche e professionali che saranno sicuramente necessarie”. E poi “l’annullamento imposte e tasse per almeno due anni (2020-2021) a livello nazionale, regionale e comunale”, una richiesta di “una moratoria per i costi relativi alle utenze, fornitori etc.” e dell’innalzamento ” al 100% ed ampliato oltre che alla categoria catastale C1, anche alle categorie C2 e C3″. Viene richiesto un “innalzamento da 600 a 1.000 euro per le partite Iva che hanno subito una chiusura effettiva dell’attività e la “proroga della cassa integrazione anche in presenza un solo dipendente, per almeno per altri sei mesi”. Ed infine “per i primi tre mesi dalla riapertura, permettere una maggiore flessibilità nell’orario e nei giorni di lavoro (dal lunedì al sabato)”.