Emergenza urgenza e continuità assistenziale, al via la riforma toscana

FIRENZE – Da un lato le nuove linee di indirizzo per aggiornare e armonizzare, con un modello unico per tutta la Toscana, il sistema dell’emergenza sanitaria territoriale: ovvero ambulanze e mezzi di soccorso  da inviare in situazioni di urgenza con tempestività, quelli che si attivano chiamando il 112. Dall’altro la riorganizzazione del servizio di continuità […]

FIRENZE – Da un lato le nuove linee di indirizzo per aggiornare e armonizzare, con un modello unico per tutta la Toscana, il sistema dell’emergenza sanitaria territoriale: ovvero ambulanze e mezzi di soccorso  da inviare in situazioni di urgenza con tempestività, quelli che si attivano chiamando il 112. Dall’altro la riorganizzazione del servizio di continuità assistenziale garantito dalle guardie mediche (o medici del ruolo unico di assistenza primaria a ciclo orario, come si chiamano adesso) a cui si affiancherà l’istituzione del nuovo numero unico 116117 da chiamare per esigenze sanitarie non urgenti. Due pilastri della stessa partita, da leggere dunque assieme: per superare le criticità dell’attuale sistema, accrescere la capillarità del servizio e utilizzare al meglio le professionalità a disposizione del sistema sanitario. 

La giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, ha approvato i nuovi indirizzi e le linee programmatiche, che poi le aziende sanitarie dovranno nei prossimi quattro mesi recepire e declinare. Una doppia riorganizzazione, attesa da anni, frutto di un confronto con professionisti e associazioni del volontariato, sindaci e sindacati, seguito ad un percorso di ascolto che ha coinvolto i territori  – associazionismo, consiglio dei cittadini e ordini professionali – che saranno di nuovo coinvolti dalle Asl nell’applicazione dei nuovi indirizzi, confrontandosi con  conferenze aziendali dei sindaci, istituzioni locali, comitati aziendali di partecipazione dei cittadini, associazioni, organizzazioni sindacali e ordini professionali. Seguirà poi un monitoraggio semestrale, per misurare l’impatto nel tempo della riforma. “Abbiamo affrontato la pandemia, abbiamo garantito uno dei massimi gradi di resilienza del sistema sanitario nel Paese ed ora ci proiettiamo nel futuro con una stagione di cambiamenti e riforme, – spiegano il presidente Giani e l’assessore Bezzini – l’attività del privato accreditato qualche settimana fa, l’emergenza urgenza e continuità assistenziale adesso e a fine anno il nuovo modello della sanità territoriale”. 

L’emergenza urgenza 
Oggi in Toscana, rispetto ad altre regioni, ci sono molte più ambulanze sul territorio con medico a bordo anziché mezzi con soli infermieri come avviene altrove. Ma la professione infermieristica nel tempo si è evoluta: ha strutturato competenze adeguate a rispondere ai problemi di salute nell’ambito dell’emergenza territoriale. Anche le tecnologie a supporto si sono sviluppate, sempre più avanzate: dai massaggiatori cardiaci esterni alla telemedicina per il teleconsulto.  Accanto a questo c’è la capacità dei soccorritori delle associazioni di volontariato e della Croce rossa, in grado di intervenire in prima battuta in tempi rapidi fornendo risposte primarie adeguate, eventualmente poi da integrare con l’intervento dei professionisti sanitari.  “Di tutto questo va  tenuto conto, – aggiungono il presidente Giani e l’assessore Bezzini – insieme al fatto che negli anni l’emergenza urgenza si è sviluppata con progetti locali che hanno generato modelli disomogenei nei vari territori, in alcuni casi superati. Non si tratta di tagliare, quanto di riorganizzare e distribuire al meglio i professionisti su cui il sistema può contare, garantendo qualità degli interventi in modo diffuso e puntando sul ruolo chiave dell’automedica”.   

L’attuale rete dell’emergenza conta sull’intero territorio regionale (dati al 30 giugno 2022, una media sulle 24 ore) 46 automediche, 32,5 ambulanze con medico a bordo e 39,5 con infermiere: in tutto 118 mezzi di soccorso avanzato (a cui si aggiungono, in supporto, altri 170 mezzi in disponibilità con equipaggi di soli soccorritori). Con la riorganizzazione potrebbero diventare 123,5 i mezzi di soccorso avanzato con personale sanitario a bordo  a disposizione ogni giorno (naturalmente si tratta ancora di una media sulle 24 ore): 51,5 automediche, 9,5 medicalizzate,  62,5 con infermiere (ed altri 176 con equipaggio di soli soccorritori a supporto del 118). Il medico non scompare ma si muoverà con l’automedica ed affiancherà le ambulanze a seconda delle necessità. 

Continuità assistenziale
Accanto alla riorganizzazione dell’emergenza territoriale, c’è quella della continuità assistenziale. L’introduzione del numero unico 116117 sarà una rivoluzione e la Toscana una della prime regioni ad introdurla. Attualmente il ricorso al servizio di guardia medica  è molto variabile. La maggior richiesta di prestazioni si concentra dalle 20 alle 24 (e molte meno da mezzanotte alle otto di mattina, durante cui i casi si risolvono prevalentemente tramite consiglio telefonico). La riorganizzazione prevede il mantenimento del servizio su tutto il territorio regionale nei giorni prefestivi e festivi dalle 8 alle 24  e dalle 20 alle 24 nei giorni feriali, garantendo dopo mezzanotte una modalità di servizi rimodulata. Attraverso infatti il coordinamento delle chiamate effettuato dall 116117 sarà garantita ovunque l’erogazione delle prestazioni sanitarie appropriate, mentre saranno opportunamente filtrate le richieste non sanitarie.  In alcune aree geografiche rimarrà in ogni caso attivo anche il servizio di continuità assistenziale notturno (dopo le 24): in quei territori dove più numerose sono le chiamate, dove i collegamenti sono più complicati oppure dove operano case di comunità principali, anche nelle aree dove  i flussi turistici determinano un grosso incremento della popolazione rispetto ai pochi residenti.

Le ore liberate attraverso la riorganizzazione saranno utilizzate per garantire il servizio di continuità assistenziale  in tutte le postazioni che ad oggi risultano solo parzialmente coperte per carenza di personale medico, ma potranno essere utili anche per attribuire incarichi provvisori, soprattutto  nelle aree interne e più periferiche dove non è stato possibile sostituire il medico di famiglia andato in pensione e per rafforzare l’assistenza nel territorio nelle ore diurne a favore  dei malati cronici ed oncologici. Così si frenerà anche il ricorso improprio all’emergenza urgenza o ai pronto soccorso. Inoltre, in prossimità dei pronto soccorso di alcuni ospedali (magari quelli medi), selezionati da un apposito gruppo di lavoro regionale e con l’eventuale presenza di personale infermieristico, potranno essere sperimentate, in accordo e con modalità condivise con i professionisti, postazioni di continuità assistenziale. Un filtro, di nuovo, utile a ridurre gli accessi impropri, fornendo assistenza per i codici minori.