Esclusiva Piananotizie – La storia di Vittoria, nata donna e diventata uomo: “Così hanno vinto i sentimenti”

PIANA FIORENTINA – Se prima era Vittoria, adesso è Vittorio. Il nome è chiaramente di fantasia, ma quello che conta è proprio la sua “vittoria” personale, intesa come il coronamento di un sogno, quello che è sempre stato il suo desiderio, ovvero uscire da un corpo in cui si sentiva “stretta” per rinascere, nel vero […]

PIANA FIORENTINA – Se prima era Vittoria, adesso è Vittorio. Il nome è chiaramente di fantasia, ma quello che conta è proprio la sua “vittoria” personale, intesa come il coronamento di un sogno, quello che è sempre stato il suo desiderio, ovvero uscire da un corpo in cui si sentiva “stretta” per rinascere, nel vero senso della parola, e rifarsi una vita in base a quelli che sono i suoi reali sentimenti. Perché è di questo che stiamo parlando. Vittorio ha circa 40 anni, vive nelle Signe e, sostenuto dall’avvocato Chiara Pagni, che in questa “battaglia” non ha mai mollato di un centimetro, si è raccontato in esclusiva a Piananotizie. Ed è stato un racconto denso di emozioni, il racconto di una persona che, nata donna, ha sempre desiderato essere uomo. E in un’epoca come quella che stiamo vivendo, in cui il dibattito sulla legge Zan si trascina ormai da tempo, a prescindere da come ognuno di noi la possa pensare, le parole dell’avvocato Pagni non lasciano spazio ad alcuna interpretazione: “La Magistratura è stata più veloce del Parlamento”.

E se il cammino compiuto con l’avvocato, con cui c’è sempre stato un grande rapporto di fiducia, è iniziato tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, come emerge proprio dal racconto del suo avvocato, Vittoria “fino dall’ottobre del 2018 ha intrapreso il percorso per ottenere l’adeguamento alla propria identità di genere, si è sottoposta a trattamento ormonale e al contempo ha richiesto di essere seguito dai medici dell’equipe di Careggi dove gli specialisti in materia hanno diagnosticato una grave disforia di genere di cui (Vittoria) è perfettamente consapevole e le provoca un elevato livello di sofferenza psichica per cui hanno concluso favorevolmente per rendere prioritario il cambio anagrafico, perché tale procedimento avrebbe un impatto positivo sulla vita quotidiana facilitando l’integrazione sociale e lavorativa”.

Già, perché al di là dei termini “tecnici” che fanno parte della sentenza, quello che contava e che conta in Vittoria era proprio la “disforia di genere”, caratterizzata da un’intensa sofferenza causata dal sentire la propria identità diversa dal proprio sesso, cosa che si manifesta quando un bambino o una bambina sentono appunto che il loro sesso biologico non corrisponde alla loro identità. Facile a dirsi, un po’ meno da scrivere, sicuramente più complicato per chi la vive quotidianamente. “Ecco perché quello che vogliamo far emergere oggi – ha spiegato l’avvocato Pagni – vuole essere innanzitutto un messaggio di speranza, di forza e di cuore”.

“Un messaggio che fa trasparire una grande voglia di vivere e di amare. E di questo possiamo e vogliamo ringraziare un magistrato che ci ha ascoltato, che lo ha fatto veramente con il cuore e ha preso una decisione in tempi rapidi”. Non a caso, sempre secondo la sentenza, passata in giudicato pochi mesi fa al Tribunale di Firenze, “Vittoria ha dimostrato una stabilità emotiva e una perseveranza nelle cure tali da consentire di escludere che si tratti di una scelta contingente. Momentanea o immotivata”. Quindi adesso il suo nome è Vittorio, nei prossimi mesi si sottoporrà alle cure del caso, evidenziando, come ha ribadito l’avvocato, che “i sogni si possono realizzare, anche quello di farsi una famiglia”.