ESCLUSIVO L’alluvione del Colorado nelle immagini e nella testimonianza di Marco Schioppo, ricercatore sestese che vive a Boulder

BOULDER (CO) – Le recenti inondazioni che hanno interessato la regione settentrionale del Colorado (Usa) hanno causato ingenti danni oltre ad almeno 6 vittime. A Boulder vive un nostro concittadino, Marco Schioppo, recentemente assurto agli onori della cronaca per essere uno dei ricercatori che, per conto del Nist, hanno messo a punto l’orologio più preciso […]

BOULDER (CO) – Le recenti inondazioni che hanno interessato la regione settentrionale del Colorado (Usa) hanno causato ingenti danni oltre ad almeno 6 vittime. A Boulder vive un nostro concittadino, Marco Schioppo, recentemente assurto agli onori della cronaca per essere uno dei ricercatori che, per conto del Nist, hanno messo a punto l’orologio più preciso del mondo.
Marco Schioppo, colonnatese d’adozione, vive a Boulder dal gennaio scorso ed ha gentilmente acconsentito a inviarci alcuni filmati da lui realizzati nei giorni delle inondazioni mentre ci ha inviato il suo personale racconto di quanto accaduto e delle attuali condizioni. Va solo sottolineato che tra l’Italia e Boulder ci sono 8 ore di differenza.
Ecco il racconto di Marco Schioppo direttamente da Boulder.

MARCO-SCHIOPPODopo un’estate abbastanza calda, la pioggia era più che benvenuta qui a Boulder. Ha cominciato a piovere all’inizio della settimana scorsa (10 settembre, ndr), con molta intensità. Dopo il primo giorno di perturbazione ininterrotta e violenta la cosa cominciava ad essere un po’ anomala. In particolare mi ha fatto effetto addormentarmi la sera con il rumore dello scroscio d’acqua e svegliarmi la mattina con lo stesso rumore come se nelle otto ore passate non ci fossero state soste.
E la cosa si è fatta via via più sospetta con il passare dei giorni, e di giorni ne sono passati almeno sette.
E abbiamo scoperto che in questa settimana a Boulder sono caduti più di 40 cm di pioggia, più di quanto piove in un intero anno. È il record assoluto di precipitazioni in una settimana per la città di Boulder..
I risultati? Facile immaginarlo: sono stati disastrosi..
Boulder si trova ai piedi delle Montagne Rocciose ed è caratterizzata da una fitta rete di torrenti che scorrono per tutta la città. La cosa che rende Boulder meravigliosa è che accanto a questi correnti sono state costruite piste ciclabili in mezzo al verde che si diramano per una lunghezza di decine di chilometri, un vero paradiso per chi ama la bicicletta.
Il paradiso, in questa settimana, si è trasformato un inferno, un inferno di acqua violenta, melmosa e distruttiva.
La cosa che mi ha fatto più impressione è come la nostra percezione del pericolo possa essere fallace: ricordo che quando sono uscito da lavoro – a parte la pioggia battente – mi sono ritrovato immediatamente con i piedi completamente bagnati dall’acqua che scorreva sull’asfalto e potevo sentirne la forza sui miei piedi. E poi il rumore di torrente, di risucchio e gorgoglio d’acqua ovunque e con diverse tonalità e sfumature. Il buio rendeva tutto più sinistro, e la cosa che dava più fastidio era non poter vedere dove stavi mettendo i piedi, o meglio cosa c’era dentro la coltre d’acqua che stavi attraversando, c’era un buco, un tronco, un tombino, e quanto profondo poteva essere il suolo al tuo prossimo passo??
E poi tutto è diventato più difficile, il percorso di sempre per prendere l’autobus era impossibile da fare, perché la strada era segnata da torrenti nuovi, mai visti, ma minacciosi, rumorosi e impetuosi, da evitare. Ed il percorso per andare a prendere l’autobus è diventato un rebus per trovare il varco giusto per non sprofondare oltre il ginocchio, o meglio per sperare di non sprofondare oltre il ginocchio, perché con il buio e l’acqua melmosa si poteva solo indovinare..
Una volta sull’autobus mi chiedevo come diavolo facesse a funzionare, e la risposta non si è fatta attendere..era un bel rischio guidare per quelle strade.
Dal finestrino ho realizzato che la strada era un torrente e che la gente quando scendeva dall’autobus faceva “SPLASH”. E poco lontano le luci della polizia e dei vigili del fuoco che chiudevano una parte di strada, perché alcune auto erano semplicemente sprofondate in 50 cm di acqua vorticosa.. Ed in quel frastuono di luci e di acqua ho perso i miei punti di riferimento e quando il conducente ha aperto le porte a quella che doveva essere la mia fermata, in realtà era un torrente che scorreva sull’asfalto e non l’ho riconosciuta. Sono sceso a quella dopo, poco lontana da casa, ma lontanissima considerato che dovevo trovare il percorso giusto per evitare laghi e torrenti.
Una volta a casa ero completamente bagnato.
Il giorno (13 settembre, ndr) dopo con la luce del sole ho realizzato quello che stava succedendo, ed ho scattato foto per condividere quell’esperienza con i miei cari.
Le piste ciclabili sono tutte state inondate, come se fossero quelle condotte di sfogo delle dighe quando devono rilasciare dell’acqua..avete presente? Una forza spaventosa, un rumore assordante, se finisci lì dentro è finita..
Però secondo me le piste ciclabili ci hanno salvato perché hanno fornito una sede aggiuntiva per lo sfogo dell’acqua, disaccoppiata dalle strade di grande comunicazione e da gran parte delle abitazioni e ha permesso a Boulder di liberarsi relativamente velocemente dall’eccesso di acqua che proveniva dalle montagne limitrofe. I problemi più gravi li hanno avuti chi era più a valle di noi, più in pianura, e chi ha subito il risultato di più affluenti ingrossati..le situazione si è fatta così grave che nei giorni scorsa è stato dichiarato lo stato di emergenza e la guardia nazionale ha dovuto effettuare una delle più imponenti operazioni di evacuazione della popolazione con elicotteri, secondo solo a quello verificatosi dopo l’uragano Katrina.
Nel mio piccolo ho potuto constatare molta solidarietà fra la popolazione e da subito la voglia di tornare alla normalità. Dopo il primo giorno senza pioggia, grazie all’efficiente sistema di canalizzazione tutti i torrenti di Boulder sono rientrati in valori accettabili, molte strade sono state pulite. Rimane ancore tanto lavoro da fare per pulire la città dai detriti e fango portati dai torrenti, asciugare e pulire scantinati di alcune case allegate, alcune case vicine al fiume sono state distrutte dalla forza dell’acqua e dalle frane. Le perdite umane sono ancore da verificare, al momento le autorità confermano cinque vittime accertate.
Oggi è il secondo giorno senza pioggia, e si è visto anche il sole, e con il sole i ciclisti sono spuntati fuori come funghi, segno che Boulder sta tornando a vivere come prima.
Marco Schioppo

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