FIRENZE – “Continua l’azione di approfondimento, senza polemiche”: questo il commento di Elisa Tozzi (FdI), presidente della commissione d’inchiesta sugli eventi alluvionali del 29 e 30 ottobre e del 2 e 4 novembre 2023 in Toscana, al termine della seduta di ieri, lunedì 23 settembre. E per sottolineare l’attualità dei lavori, il pensiero, come ricordato anche dal vice-presidente Francesco Gazzetti (Pd), non poteva che andare alle popolazioni colpite dell’Emilia, delle Marche e del centro Europa.
L’attenzione si è quindi concentrata in particolare su compiti e azioni dei settori della Protezione Civile regionale e della difesa del suolo, grazie all’audizione dei responsabili, rispettivamente Bernardo Mazzanti e Leandro Radicchi, che non solo hanno offerto una panoramica sulle funzioni ordinarie, ma soprattutto hanno ripercorso i giorni drammatici di ottobre e novembre 2023, per guardare insieme al prima, al durante e al dopo. In una catena operativa che vede il coinvolgimento di settori ed enti, chiamati ora a valutare eventi e rischi, ora a emettere bollettini sullo stato di emergenza, in una forbice di valori numerici e stime, che portano ad allerte gialle, arancioni o rosse. E ancora: focus sul coordinamento delle attività di manutenzione del suolo, sulla verifica sul campo del reticolo idrografico, sulle opere idrauliche più urgenti e sui rispettivi finanziamenti.
“Mi ha colpito quanto affermato dal responsabile della Protezione civile, che col senno di poi, a Campi, avrebbe preso in considerazione l’allerta rossa”, h detto Massimiliano Riccardo Baldini (Lega), chiedendo precisazioni sulla definizione delle allerte, “da non prendere mai alla leggera e legate all’estensione dei fenomeni”, come ribadito da Mazzanti. Anche Marco Stella (FI) ha chiesto chiarimenti in merito: “se oggi si ripetessero quelle spesse condizioni, che hanno caratterizzato le decisioni del 2023 a Campi, dettate da quell’allerta meteo, il parametro cambierebbe?”. La risposta negativa ha portato a riflettere sul modello meteo e quindi a richiedere i dati relativi ai codici arancione e rosso dell’ultimo anno.
Ma l’articolazione dei colori, da quale riferimento normativo discende? Ha chiesto il vicepresidente Francesco Gazzetti (Pd), che ha puntualizzato come sia importante lavorare anche sulla normativa nazionale dalla quale discendono gli orientamenti locali. E portando la propria esperienza, da livornese: “quando i territori sono stati toccati da eventi come la tragedia del 2017, in tutti nasce una consapevolezza che si riflette sia nelle azioni delle amministrazioni che nei comportamenti di ciascuno di noi”. Silvia Noferi (M5S) si è invece soffermata sulla importante collaborazione tra Comuni e Protezione civile, chiedendo in particolare quando un piano di protezione civile comunale potesse considerarsi aggiornato. Marco Martini (Pd) ha puntato sull’importanza della formazione, soprattutto per i comuni più piccoli e sulla distribuzione dei valori sul territorio, eventualmente da rivisitare, visti i cambiamenti climatici. Come sottolineato dalla presidente, “la commissione per continuare il proprio lavoro di approfondimento, ha bisogno di raccogliere anche del materiale: dai piani di protezione civile dei comuni coinvolti agli interventi sulla riduzione del rischio, dal documento operativo per la difesa del suolo all’elenco delle opere programmate e finanziate”.