Ex Gkn, appello di Nardella per un nuovo investitore. Ma i lavoratori rilanciano: “Commissariare subito l’azienda”

CAMPI BISENZIO – Reazioni, anche contrastanti fra di loro, prese di posizione, appelli: dopo l’annuncio della messa in liquidazione della ex Gkn di Campi Bisenzio non sono mancate le parole, anche se probabilmente in misura inferiore a quanto ipotizzabile, su quello che potrebbe essere il futuro dello stabilimento di Campi Bisenzio. “Il proprietario di Qf, […]

CAMPI BISENZIO – Reazioni, anche contrastanti fra di loro, prese di posizione, appelli: dopo l’annuncio della messa in liquidazione della ex Gkn di Campi Bisenzio non sono mancate le parole, anche se probabilmente in misura inferiore a quanto ipotizzabile, su quello che potrebbe essere il futuro dello stabilimento di Campi Bisenzio. “Il proprietario di Qf, Francesco Borgomeo, – ha detto il sindaco di Firenze e della Città metropolitana, Dario Nardella – ha fatto le sue scelte, io credo che dovremo impegnarci tutti ancora di più di prima a trovare un soggetto investitore che possa dare un futuro a questo sito. È l’unica vera sfida. La Città metropolitana farà la sua parte, parteciperemo alla riunione del 24 febbraio indetta dal Ministero per lo sviluppo economico perché quella deve essere la sede dove trovare la soluzione. Soluzione che è un nuovo progetto industriale e un nuovo investitore per la ex Gkn”.

“E’ giunta l’ora – queste invece le parole della consigliera regionale Elisa Tozzi (gruppo Toscana Domani) – che la Regione dica basta all’occupazione permanente messa in atto da oltre un anno dai dipendenti. L’inagibilità della fabbrica è uno dei principali motivi per cui Borgomeo ha gettato la spugna, dopo averne denunciato per tanti mesi la gravissima situazione. Dobbiamo “liberare” la fabbrica, se vogliamo tentare di dare un futuro a quei lavoratori cui la maggioranza in Regione dice di tenere tanto e per i quali starebbe cercando nuovi progetti di reindustrializzazione. Il resto sono chiacchiere e prese di giro che non hanno portato e non porteranno a nulla di concreto, come dovrebbero riconoscere con onestà intellettuale anche le sigle sindacali eionari dell’unità di crisi per le vertenze aziendali della Regione stessa”.

“Gli enti locali, compreso il Comune di Firenze e la Regione Toscana, – hanno aggiunto Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune a Palazzo Vecchio – non possono manifestare stupore per quanto avvenuto in queste ore. La nuova proprietà dell’ex Gkn è stata salutata con grande entusiasmo dai governi locali, forse peccando di ingenuità. In tutti questi mesi, invece, il Collettivo di fabbrica ha progressivamente informato del perché si doveva manifestare diffidenza. Non solo. C’è stato un tentativo irresponsabile e pesante di delegittimare la vertenza, chiamando occupazione un’assemblea permanente concordata. Si è giocato sulla vita delle persone, oggi senza stipendio. Questo è inaccettabile. Palazzo Vecchio ha preso impegni. Non lasciarle sole. C’è un Patto di solidarietà da tradurre in azione concreta. A cui aggiungere un intervento pubblico diretto presso lo stabilimento, accogliendo i tanti progetti elaborati dai lavoratori. Ci sono pressioni su Regione Toscana e Governo da attivare e rafforzare. Ogni livello faccia la sua parte. Altrimenti saranno state promesse vuote, quelle del sistema politico. A cui comunque risponderà sicuramente il territorio, a partire dalla presenza all’assemblea convocata per questa sera”.

Il Collettivo di fabbrica della ex Gkn ha sintetizzato quanto successo negli ultimi giorni in un lungo post sulla propria pagina Facebook, con quattro punti essenziali: “La messa in liquidazione di Qf avviene in barba a ogni preavviso sindacale e ai tavoli istituzionali. Ancora una volta, le istituzioni possono scegliere se passare da impotenti o complici. Alla lunga, non fa alcuna differenza. La liquidazione è un atto privatistico. Tutto rimane nelle mani di Qf che scherma così anche la chiarezza sulla propria parabola. Gkn è una vertenza sociale ed è una storia collettiva, anche solo dal punto di vista industriale. Borgomeo ha preso “in ostaggio” 300 famiglie e un territorio. Gkn va liberata da questo assedio: commissariare subito, amministrazione straordinaria, intervento pubblico ora. Borgomeo ha pianto cassa integrazione. Ma con la messa in liquidazione fa saltare la possibilità di agganciare la cassa integrazione per riorganizzazione. Questa è la storia di questi mesi. L’azienda non aggancia l’ammortizzatore sociale ma non paga nemmeno gli stipendi. Non fornisce la busta paga e quindi nemmeno permessi, allattamento, ferie, contributi. A questo sommiamo lo stato di pericoloso abbandono del sito: mancanza di pulizie, estintori scaduti. Sì, lo stabilimento vive nell’illegalità ma non quella di cui parla Borgomeo. Viviamo nell’illegalità aziendale. Lo ripetiamo da mesi. Senza un intervento pubblico, la fabbrica è chiusa. Contemporaneamente ci siamo attivati per usare ogni strumento a nostra disposizione per ripartire. L’abbiamo chiamata la reindustrializzazione dal basso ed è in marcia. Avremo bisogno di tutto il vostro sostegno”.