Ex Gkn: fotovoltaico e mobilità sostenibile tra le varie proposte messe in campo per il futuro dello stabilimento

CAMPI BISENZIO – Impegno, serietà e fattibilità. Sono le parole che i lavoratori della Gkn, a fronte dell’attuale proprietà che invece viene definita come una “nebulosa”, ripetono e chiedono per dare le gambe “all’unica progettualità seria esistente mentre le istituzioni non hanno fatto lo scouting che invece era necessario per trovare nuovi investitori in quello […]

CAMPI BISENZIO – Impegno, serietà e fattibilità. Sono le parole che i lavoratori della Gkn, a fronte dell’attuale proprietà che invece viene definita come una “nebulosa”, ripetono e chiedono per dare le gambe “all’unica progettualità seria esistente mentre le istituzioni non hanno fatto lo scouting che invece era necessario per trovare nuovi investitori in quello che è un combinato disposto con l’assenteismo della stessa proprietà”: non hanno usato certo mezze parole Matteo Moretti e Dario Salvetti, delegati Rsu ex Gkn, che insieme a Francesca Gabbriellini, ricercatrice dell’Università di Bologna hanno illustrato oggi la proposta di rilancio dello stabilimento di Campi Bisenzio. Una proposta che si basa su diversi filoni e che è stata approvata questa mattina all’unanimità dall’assemblea dei lavoratori: fra i vari progetti in campo la produzione di pannelli fotovoltaici di nuova generazione e un focus specifico sulla produzione di cargobike, che non richiede brevetti specifici e coinvolgerebbe le competenze già esistenti fra i lavoratori e che potrebbe rispondere alla domanda crescente di mobilità leggera, elettrica e non. In particolare il fotovoltaico riguarda la produzione di moduli che avrebbe tra i suoi punti di forza la possibilità di coinvolgimento in partenza di almeno 130 tra i lavoratori della ex Gkn e una sostenibilità economica legata a un settore in continua crescita, con prezzi di vendita analizzati nel piano industriale che sarebbero altamente competitivi rispetto a prodotti concorrenti sul mercato. Il progetto prevederebbe diverse fonti di finanziamento, tra cui forme di azionariato popolare, fino al product crowdfunding e alla partecipazione a bandi pubblici.

“Questo piano di rilancio articolato, già presentato al Comitato di Proposta e verifica che si è svolto ieri presso il Comune di Campi Bisenzio e approvato dall’assemblea dei lavoratori di questa mattina – hanno aggiunto – è il risultato dell’autorevolezza della mobilitazione che ha visto protagonisti un collettivo di lavoratori, le competenze solidali e un intero territorio. I quasi 17.000 voti raccolti grazie alla mobilitazione di quasi un migliaio di volontari e l’impegno di elaborazione tecnica del Comitato Tecnico Scientifico Solidale Gkn del gruppo reindustrializzazione che vede tra gli altri i lavoratori ex Gkn, i ricercatori e i professori della Scuola Superiore Sant’Anna, i ricercatori del Gruppo di Ricerca Imprese Recuperate e l’APS SOMS Insorgiamo, sono l’ingrediente sostanziale della credibilità tecnica e politica di questa proposta”.

“Il tempo però non è neutrale – hanno aggiunto – diventa ora più che mai necessario che le istituzioni, a cominciare dalla Regione Toscana, da Invitalia, dalla Cassa Depositi e Prestiti, dagli stessi Ministeri interessati si attivino immediatamente perché queste opportunità di reindustrializzazione vengano messe a terra attraverso l’apertura di tavoli tecnici e professionali capaci di coinvolgere tutte i soggetti pubblici e privati necessari per la concretizzazione di questo piano. Perdere ulteriore tempo significa contribuire non solo al fallimento di questo piano di rilancio, ma impedire di poter accedere agli ammortizzatori sociali che sarebbero previsti”. Un problema, quello della sostenibilità economica per i lavoratori dell’azienda di Campi Bisenzio, affrontato dal Collettivo di Fabbrica facendo appello a tutto il sistema creditizio etico e solidale del territorio per creare una linea di credito in anticipo dello stipendio che ci deve essere regolarmente pagato. Banca Etica ha messo a disposizione 150.000 euro attraverso il Fondo Etica SGR, su cui il Collettivo di fabbrica ha deciso di fare intervenire la propria cassa di resistenza con donazioni a questo finanziamento, per realizzare un prestito ponte che risulti sostanzialmente senza costi per i lavoratori coinvolti.

“Il nostro autoscouting – hanno concluso – proseguirà anche nei prossimi mesi: qui si può fare davvero un pezzo di storia sia per quanto riguarda la lotta di questi lavoratori ma anche per riscrivere quella che invece è la storia industriale di questo paese”.