Ex Gkn, l’appello di politica e sindacati: “Si rispettino gli accordi presi, evitando ogni ipocrisia”

CAMPI BISENZIO – Nel giorno in cui sarebbero dovuti arrivare i camion per quelli che, in base a quanto detto da Qf, avrebbero dovuto essere soltanto “dei lavori preparatori per rimuovere rottami e rifiuti che da 10 mesi l’azienda non è riuscita finora a far uscire”, il presidio davanti allo stabilimento di Campi Bisenzio si […]

CAMPI BISENZIO – Nel giorno in cui sarebbero dovuti arrivare i camion per quelli che, in base a quanto detto da Qf, avrebbero dovuto essere soltanto “dei lavori preparatori per rimuovere rottami e rifiuti che da 10 mesi l’azienda non è riuscita finora a far uscire”, il presidio davanti allo stabilimento di Campi Bisenzio si è ingrossato fin dalle prime ore della mattina. L’arrivo dei mezzi pesanti, infatti, era previsto per le 8, arrivo che poi non c’è stato mentre si sono moltiplicati gli attestati di solidarietà nei confronti dei lavoratori della ex Gkn. presente anche l’ex sindaco di Campi, Emiliano Fossi, oggi parlamentare del Pd. “Il mio primo pensiero, di solidarietà e sostegno, – ha detto Fossi – ancora una volta va alle centinaia di lavoratori della Gkn e alle loro famiglie, che ancora attendono risposte e certezze per il futuro. Per questo presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro dello sviluppo economico Alfonso Urso e al ministro del lavoro Marina Calderone perché credo che anche il governo debba fare la sua parte: la Gkn non è una questione locale ma nazionale”. “Vicinanza ai lavoratori, equilibrio e partecipazione ritengo siano ancora una volta i principi con cui provare ad arrivare a una soluzione. La smobilitazione della fabbrica – ha aggiunto Fossi – non può essere accettata senza un progetto vero e concreto di riavvio industriale. Occorre definire e accelerare il percorso di salvaguardia del sito, tutelando i lavoratori. Credo sia fondamentale in questo momento evitare ogni forma di esasperazione da parte di tutti gli attori. No alle prove di forza”. “Confronto e dialogo devono essere gli unici strumenti per non creare ulteriori tensioni. L’invito a continuare a lavorare con la massima trasparenza e in un clima di condivisione tra tutte le parti, affinché si trovi quel punto di incontro necessario per poter finalmente ripartire”.

“La Fiom-Cgil – si legge in un comunicato – considera la decisione di Qf di procedere, a partire dalla giornata di oggi lunedì 7 novembre, allo svuotamento dei rifiuti del materiale ferroso presenti dentro lo stabilimento, un’inutile provocazione che tende solo ad allontanare ogni possibilità di reindustrializzazione del sito. Il dottor Borgomeo sta effettuando una grande operazione di distrazione di massa per non ammettere davanti ai lavoratori, al territorio, al Governo e alle Istituzioni, il non rispetto dell’accordo da lui stesso sottoscritto il 19 gennaio scorso presso il Ministero dello sviluppo economico. Qf, tramite lo stesso Borgomeo, preferisce indirizzare la vertenza sul terreno dell’ordine pubblico anziché ammettere davanti all’intera opinione pubblica che sia il Ministero che Invitalia non hanno considerato sostenibile e, quindi non percorribile, il contratto di sviluppo da lui stesso proposto, mancando le garanzie che l’azienda deve produrre e che sono previste proprio dalla normativa che disciplina accordo e contratto di sviluppo”. E ancora: “Il problema perciò non è la non agibilità dello stabilimento, bensì l’inesistenza, come certificato dal Ministero, da parte di Borgomeo del piano industriale riguardante lo stabilimento di Campi Bisenzio. Come Fiom-Cgil ribadiamo la nostra disponibilità a confrontarci su tempi e modi per lo smobilizzo dei materiali a vario titolo, ma a fronte della condivisione di un piano industriale solido e concreto che, a oggi, non è stato presentato alle parti e ai Ministeri competenti, alla Regione e a Invitalia. Riteniamo quella dell’azienda l’ennesima azione che tende a non affrontare i reali problemi della vertenza, nel tentativo di creare ulteriori tensioni nei confronti sia di tutti i soggetti impegnati a trovare una soluzione per il rilancio industriale del sito, sia dei lavoratori che sono in una condizione di forte preoccupazione poiché, da ormai oltre 12 mesi, non vedono prospettive per il loro futuro lavorativo. In ragione di tutto ciò la Fiom-Cgil valuterà ogni azione utile a garantire la reale reindustrializzazione del sito, confrontandosi con i lavoratori, come sempre fatto durante tutta la vertenza, a partire dai propri iscritti e dalla propria Rsu”..

“Le istituzioni intervengano, – hanno detto Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, consiglieri comunali a Palazzo Vecchio per Sinistra Progetto Comune – anche questa mattina abbiamo ribadito il nostro supporto alla lotta del Collettivo di fabbrica Gkn, al presidio che hanno indetto, forti anche dello sciopero indetto dal sindacalismo di base. L’atteggiamento dell’azienda è di estrema arroganza, come se non ci fossero chiare responsabilità precise rispetto all’assenza di un vero piano per il futuro dello stabilimento. Se oggi c’è ancora una possibilità per l’impianto è solo merito della lotta delle classi lavoratrici e del gruppo di solidarietà nato intorno a essa. Le istituzioni a livello locale sembrano confermare il supporto, ma occorre evitare ogni ipocrisia. Perché il precedente governo non ha fatto propria la proposta di legge contro le delocalizzazioni partita da Campi Bisenzio? L’attuale governo, come intende tutelare il Made in Italy, se pensa alla propaganda sui rave, invece di garantire lo sviluppo del tessuto produttivo del Paese? Ormai dovrebbe essere evidente la necessità di immaginare un intervento più incisivo del pubblico, anche alla luce di quanto arriva come proposta dal mondo accademico. Ascoltare e non solo supportare il Collettivo di fabbrica Gkn è l’unica soluzione”.