CAMPI BISENZIO – Un pezzo del piano industriale dal basso dell’ex Gkn è stato presentato ieri al presidio, dove centinaia di persone provenienti dall’Italia e anche da alcuni paesi europei, hanno partecipato agli incontri di approfondimento e convergenza sul progetto delle cargo bike. “Continua il paradosso che ha sempre accompagnato la nostra vicenda, – commenta la Rsu ex Gkn gli operai costruiscono dal basso il futuro di questo stabilimento e dei posti di lavoro, mentre il governo rimane immobile e la proprietà pensa solo a svuotare l’edificio. Aspettiamo ancora che venga riconvocato il tavolo ministeriale rimasto aperto nel marzo scorso e intanto il governo fa dichiarazioni per negare la presenza di un piano di reindustrializzazione, del quale chiede conto a noi. Mentre un’azienda in liquidazione, alla quale è stata concessa una cassa integrazione retroattiva e senza causale, non viene neanche convocata per chiedere come sta utilizzando i soldi pubblici. Il secondo paradosso è che l’imprenditore, che si era impegnato a reindustrializzare, chiede di aprire la procedura di licenziamento, rendendo impossibile un qualsiasi rilancio del sito industriale”.
In occasione della presentazione del progetto delle cargo bike, si sono potuti vedere anche i cinque prototipi realizzati in questi mesi, uno dei quali è già in strada con una cooperativa fiorentina di delivery etico, che con il prodotto realizzato sotto controllo operaio ha già consegnato merci per mille chilometri. “I nostri progetti sono reali e stanno andando avanti, – conclude la Rsu – non solo dal punto di vista tecnico ma anche nelle relazioni con le altre realtà che sono interessate dal prodotto e che sono presenti oggi al presidio, ciclofficine, delivery etico, reti contadine, movimenti ambientalisti. Ora le istituzioni devono dire cosa vogliono da questo sito industriale, se un edificio da vendere o una realtà produttiva e posti di lavoro. Il tempo di questo stabilimento è contato, i licenziamenti si fermano con la mobilitazione e l’intervento pubblico: commissariamento di QF o acquisto da parte di un consorzio di privati, garantito dalla Regione”.