Fabio Genovesi: il suo “calamaro gigante” presto un monologo, un audiolibro e in tv

SESTO FIORENTINO – La prima stesura dei suoi libri è scritta a mano, in piedi su un leggio costruito ad hoc da uno zio falegname. Con una penna tedesca, fluida, da 10 euro, Fabio Genovesi scrive le sue storie dove capita anche sui taccuini della ferramenta. “Scrivere a mano non è un vezzo – dice […]

SESTO FIORENTINO – La prima stesura dei suoi libri è scritta a mano, in piedi su un leggio costruito ad hoc da uno zio falegname. Con una penna tedesca, fluida, da 10 euro, Fabio Genovesi scrive le sue storie dove capita anche sui taccuini della ferramenta. “Scrivere a mano non è un vezzo – dice – ma così ho il tempo di pensare, scrivere a mano è un lavoro fisico”. Storie che, una volta pubblicate diventano le storie da gustare noi lettori. Il suo ultimo libro è “Il calamaro gigante” edito da Feltrinelli, un’avventura nel mondo marinodove questa misteriosa creatura vive avvinghiato alle nostre storie. Un libro di grandi spazi raccontato con l’incanto tipico di Genovesi. Un incanto che ha colpito anche la tv: i diritti di alcuni libri sono stati acquisiti per una serie televisiva.

“E’ il libro che volevo scrivere fin dai tempi delle elementari – racconta Genovesi – quando non sapevo scrivere e la maestra chiese a noi alunni di disegnare il nostro animale preferito. Io disegnai il calamaro gigante e tutti risero. Per loro non esisteva il calamaro gigante e anche oggi molti lettori mi chiedono esiste o no? E’ una realtà scientifica dimostrata da un paio di secoli, ma così incredibile che non riusciamo a pensare sia vero. E a me piaceva raccontare la storia non di questo animale che poteva anche non importarcene nulla. Ho raccontato la storia perché noi siamo diventati più piccoli, viviamo in uno schermo del telefono, in posti dove c’è la copertura wifi e dove puoi ricaricare la batteria altrimenti non ci andiamo e il calamaro gigante, invece, è troppo grande per crederci perché è più grande del nostro mondo. Ho voluto raccontare la storia delle persone che ci credevano o che non ci hanno creduto e legarle alla vita nostra di tutti i giorni è il modo migliore per prendere una cosa lontanissima e buttarla nelle nostre vite”. Le idee nascono in movimento. Questa storia, racconta Genovesi è nata durante il Tour de France e dopo un anno e mezzo ha visto la luce. “Durante il lockdown – dice – l’ho scritta scritta”.

Fabio Genovesi è tornato a Sesto Fiorentino ospite della rassegna Libraria promossa dalla Libreria Rinascita con la collaborazione di alcune associazioni locali e inserito nel programma estivo del Comune. Intervistato da due componenti del Club di lettura della Libreria, Genovesi ha raccontato divertendo il pubblico, le storie della sua famiglia e quelle dei suoi personaggi e del calamaro gigante protagonista del suo ultimo libro diventato un monologo teatrale. “E’ un monologo teatrale tratto dal libro curato dal Piccolo di Milano e che faccio io – racconta Genovesi – intorno c’è una stupenda scenografia leggera per poterla portare in giro, composta da mappe, pezzi di relitto ed è pensata come monologo. Avrebbe dovuto andare in scena a Milano ad inizio del Giro d’Italia (Genovesi commenta il Giro d’Italia, n.d.r.) ora vediamo quando potrà andare in scena”.

Chi conosce i romanzi di Fabio Genovesi sa che non esiste una etichetta adatta a contenerli se non quella di grandi e piccole “storie” quotidiane dove si insinuano frammenti di esperienze familiari e i personaggi non sono mai catalogabili come “normali” perché come sostiene l’autore “la normalità è una bugia” e ci sono gli strani felici e gli strani infelici.

“Non credo esista nessuno di normale. – dice Genovesi – E’ un po’ come quando fai le medie ad esempio il guadagno medio nel mondo è tot ma nessuno guadagna quella cosa lì. La normalità è quello che le persone pensano che debba essere e ci si atteggia. Siamo tutti fatti in modo particolare: ci sono gli strani felici ce sono quelli che vivono le loro esperienze e gli strani infelici che si condannano a una vita di ‘nascondimenti’. Nel buio della sera non ti puoi mentire, allora converrebbe capire che la stranezza è una finzione e vivere ciascuno la sua stranezza”.

Ogni autore ha i propri maestri. Quali sono quelli di Fabio Genovesi? “La mia famiglia, – risponde Genovesi – una famiglia di amanti delle storie: mia mamma, mio nonno erano persone che raccontavano storie e sono sempre rimasto innamorato delle storie. Leggo molto, ma non è paragonabile il tempo che passo ad ascoltare storie delle persone e ascolto tutti, anche quelli che sono scansati da tutti perché sono dei chiacchieroni, io li ascolto, qualcosa di buono c’è sempre e i libri nascono da quello. Iliade e Odissea sono storie messe nei libri, storie che viaggiavano da tempo”.

Del calamaro presto ci sarà anche l’audio libro e sarà proprio Fabio Genovesi leggerlo: “Molti autori si imbarazzano a leggere i propri libri – dice – io invece li leggo e li rileggo a voce alte e faccio le vocine perché un libro deve suonare a voce alta”. E a quel punto non ho potuto fare a meno di confessare che anche io, da sua lettrice, mi diverto a leggere le sue storie poetiche, surreali che arrivano al cuore, a voce alta.