Fare Città: “Gkn, una brutta vicenda: servono regole che tutelino gli investimenti ed evitino situazioni simili”

CAMPI BISENZIO – “Il 9 luglio 2021, resterà per la comunità campigiana, una data da ricordare per il licenziamento di tutti i lavoratori della Gkn con una e-mail. Tale azione coinvolge anche i lavoratori dell’indotto come quelli degli appalti interni all’azienda”: a dirlo, in una nota è Fare Città. “All’immediata reazione dei lavoratori, associazioni, partiti, […]

CAMPI BISENZIO – “Il 9 luglio 2021, resterà per la comunità campigiana, una data da ricordare per il licenziamento di tutti i lavoratori della Gkn con una e-mail. Tale azione coinvolge anche i lavoratori dell’indotto come quelli degli appalti interni all’azienda”: a dirlo, in una nota è Fare Città. “All’immediata reazione dei lavoratori, associazioni, partiti, istituzioni hanno espresso la loro solidarietà ai lavoratori, schierandosi contro la chiusura dell’azienda. Anche la nostra associazione ha incontrato i rappresentanti Rsu per esprimere lo sdegno di quanto accaduto. Il 15 luglio, presso la Prefettura di Firenze, si è tenuto un incontro fra le rappresentanze dei lavoratori, le istituzioni, presente il Governo con il vice-ministro al lavoro e la proprietà. L’incontro è terminato con la conferma dei licenziamenti e la chiusura dello stabilimento da parte aziendale, i sindacati hanno proclamato uno sciopero per il 19 luglio a cui abbiamo aderito con una nostra delegazione”.

“Quanto detto sopra – continua il comunicato – è cronaca dell’accaduto, ma Fare Città ritiene che occorra riflettere su come, in pochi istanti si possano cambiare le condizioni dei lavoratori e il tessuto sociale di una intera comunità; come in pochi attimi l’economia di un territorio diventi più povera economicamente ed al tempo stesso più debole socialmente perché lo sviluppo occupazionale dell’insediamento produttivo viene improvvisamente a mancare. Al fine di avere maggiori garanzie rispetto a insediamenti industriali portiamo come esempio l’acquisizione di Chrysler da parte di Fiat, la procedura adottata dovrebbe essere tenuta presente a tutela di attività sul territorio nazionale. Infatti nel libro “La Disfatta del Nord” pubblicato da Longanesi nel 2013, circa quella operazione si legge: “Il Contrattone, infatti, è un accordo rigido, con valore legale, con la garanzia dei governi americano e canadese, con penali pesantissime da una parte, ed enormi opportunità di guadagno dall’altra”…”.

Oggi è su questo che intendiamo aprire un confronto all’interno della comunità e delle istituzioni, un confronto per capire come mai un’azienda dopo aver avuto varie agevolazioni economiche con soldi dei cittadini possa mettere in ginocchio così facilmente l’economia di una comunità, quali misure legali occorrono per tutelare i soldi pubblici dati ad Imprese a favore dell’occupazione su un territorio, se occorra creare delle graduatorie dove si favoriscono per primi gli imprenditori rispetto ai finanzieri o ai fondi di investimento, quali garanzie chiedere a chi propone l’apertura dell’impresa. L’impegno di Fare Città, nelle sedi istituzionali sarà volto a far si che oltre la ripresa dell’attività, siano approvate regole che tutelino gli investimenti ed evitino simili situazioni”.