FDI: “Approvata la nostra mozione che prevede di utilizzare la rete delle farmacie per eseguire i tamponi”

FIRENZE –  “Il Gruppo di Fratelli d’Italia, Fin dal primo Consiglio regionale, ha chiesto tre interventi per fronteggiare la pandemia”: lo dicono i consiglieri Francesco Torselli, Diego Petrucci, Vittorio Fantozzi, Alessandro Capecchi e Gabriele Veneri, che aggiungono: “Intanto, è necessario aumentare i tamponi anche come test rapidi antigenici utilizzando la rete delle farmacie sparse su tutto […]

FIRENZE –  “Il Gruppo di Fratelli d’Italia, Fin dal primo Consiglio regionale, ha chiesto tre interventi per fronteggiare la pandemia”: lo dicono i consiglieri Francesco Torselli, Diego Petrucci, Vittorio Fantozzi, Alessandro Capecchi e Gabriele Veneri, che aggiungono: “Intanto, è necessario aumentare i tamponi anche come test rapidi antigenici utilizzando la rete delle farmacie sparse su tutto il territorio toscano, dai centri delle città d’arte ai piccoli paesi di montagna o campagna”. Le loro parole arrivano dopo l’approvazione di una mozione, di cui è primo firmatario il capo gruppo Torselli, che prevede di utilizzare la rete capillare delle farmacie per eseguire più tamponi possibili. “Ricordiamo che in Alto Adige, lo scorso fine settimana, – aggiungono – il 70% della popolazione si è sottoposto a tampone. Avevamo poi chiesto di accorciare la catena che si occupa del tracciamento cercando di ridurre i tempi di attesa. Avevamo suggerito a Giani che non servivano medici o infermieri ma sarebbero bastati degli amministrativi. E adesso, in forza alla Regione Toscana, ci sono 500 operatori che si stanno occupando di telefonare a singoli e famiglie, che hanno avuto contatti con i positivi, individuandoli e mettendoli in isolamento domiciliare”. “Inoltre, se in questi mesi in Toscana si è riusciti a fronteggiare la seconda ondata è anche grazie e, soprattutto, agli ospedali periferici, – concludono i consiglieri di Fdi – il dietrofront, ribadito in aula dal Governatore Giani, sconfessa i 20 anni di Enrico Rossi durante i quali si sono svuotate le periferie privando intere aree dei loro presidi sanitari, indebolendo i territori e costruendo megalopoli ospedaliere nelle città. Si è creato così un imbuto insostenibile nei capoluoghi. Se Giani vuole, davvero, tornare indietro rispetto al modello degli ultimi anni dobbiamo investire tante risorse sugli ospedali di periferia per ridurre la grave carenza di medici e infermieri che tali presidi stanno scontando”.