Federalberghi Firenze: “Bene Mario Draghi sul turismo. Ma ora serve un concreto piano di rilancio”

FIRENZE – “Un turismo che vive della capacità di preservare e non sciupare l’enorme patrimonio che le generazioni precedenti ci hanno tramandato. Sono le parole che da tanto auspicavamo di riuscire a sentire, quelle pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Così come la rivendicazione di quel 14% del Pil nazionale che è il valore […]

FIRENZE – “Un turismo che vive della capacità di preservare e non sciupare l’enorme patrimonio che le generazioni precedenti ci hanno tramandato. Sono le parole che da tanto auspicavamo di riuscire a sentire, quelle pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Così come la rivendicazione di quel 14% del Pil nazionale che è il valore stimato del nostro movimento turistico. Finalmente abbiamo un leader che tiene in considerazione un comparto vitale per il Paese”. Così si è espresso il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi, dopo il discorso al Senato del premier Mario Draghi.

“E abbiamo – ha aggiunto – un ministero del Turismo con tanto di portafoglio. Ci sarebbe di che essere soddisfatti, se non fosse per la grave crisi che stiamo attraversando e che è già un anno che la maggior parte delle strutture ricettive a Firenze restano chiuse in assenza di domanda e sono ridotte al lumicino. Che non vediamo prospettive concrete di ripresa, perché il nostro sarà uno degli ultimi comparti a ripartire. A questo si aggiunge il fatto che i ristori hanno appena sfiorato le nostre aziende, che in media hanno ricevuto ad oggi appena il 3-4% del fatturato 2019, mentre le spese continuano a correre”.

“Non ci resta – prosegue Bechi – che confidare davvero in un cambio di marcia, che il Governo può imprimere con un investimento forte nel rilancio del turismo, nel finanziamento delle imprese che sono chiamate a resistere e allo stesso tempo a rilanciare la propria offerta in termini di qualità, visto che è la sola cosa che realmente ci può salvare. Qualità che genera presenze e valore aggiunto, ma ha anche dei costi importanti da sostenere, soprattutto ora che molte imprese sono rimaste senza ossigeno e che Firenze rischia di trovarsi di fronte a una serie di chiusure che comporterebbero anche perdita di molti posti di lavoro”.