Federalberghi Firenze: “Ma i ristori chi li ha visti? Usati due pesi e due misure”

FIRENZE – “Gli alberghi non hanno più risorse neanche per far fronte al pagamento delle tasse e molte imprese sono al limite della sopravvivenza. Per altro non si vedono prospettive di ripresa a causa del procedere dei contagi e del blocco degli spostamenti”: a dirlo è il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi. Con queste […]

FIRENZE – “Gli alberghi non hanno più risorse neanche per far fronte al pagamento delle tasse e molte imprese sono al limite della sopravvivenza. Per altro non si vedono prospettive di ripresa a causa del procedere dei contagi e del blocco degli spostamenti”: a dirlo è il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi.

Con queste parole, la federazione degli albergatori introduce una desolante ricognizione della situazione di mercato, che anche a gennaio ha registrato un bilancio disastroso, con un calo dell’83% delle presenze turistiche rispetto al 2020. Nelle città d’arte, gran parte delle strutture ricettive è chiusa da marzo 2020. Il business travel è fermo, così come fiere, congressi ed eventi di tutti i generi. La montagna ha perso più di metà della stagione invernale ed è in attesa di capire se qualcosa si potrà salvare. Le aziende termali e del benessere sono costrette a lavorare a scartamento ridotto. Il mare, partito in notevole ritardo l’estate scorsa, subirà una nuova penalizzazione se sarà confermato l’intento di prolungare il calendario scolastico sino a fine giugno. “Tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, avevano preannunciato il proprio sostegno al cosiddetto decreto ristori quinquies, – si legge in una nota di Federalberghi – la crisi di governo ha poi rallentato l’adozione del provvedimento, che confidiamo venga collocato ai primi posti dell’agenda del nuovo esecutivo”.

“Le nostre imprese – continua il comunicato di Federalberghi – hanno bisogno di essere accompagnate fino alla fine del tunnel, che non appare vicina. Chiediamo, oltre al sostegno per il 2021, anche un meccanismo perequativo, che colmi le lacune generate dai precedenti provvedimenti e attenui il sapore amaro della beffa di fine anno, quando le amministrazioni comunali hanno ricevuto il 60% della tassa di soggiorno incassata nel 2019, mentre gli alberghi, che in precedenza avevano ricevuto solo un magro indennizzo calcolato sul fatturato perso ad aprile, sono stati esclusi anche dal decreto “Natale”.