Festa della Toscana: il cappello di paglia tra ‘700 e ‘800, storia di lavoro e di lotte delle donne

FIRENZE – “La lavorazione della paglia rappresenta il primo fenomeno di lavorazione di massa a Firenze, ci riporta alle prime lotte delle donne, con la rivolta delle trecciaiole. Tema che si inserisce con pieno diritto nelle centotrenta iniziative di questa edizione della “Festa della Toscana”, che si occupa della grande stagione di riforme voluta dal […]

FIRENZE – “La lavorazione della paglia rappresenta il primo fenomeno di lavorazione di massa a Firenze, ci riporta alle prime lotte delle donne, con la rivolta delle trecciaiole. Tema che si inserisce con pieno diritto nelle centotrenta iniziative di questa edizione della “Festa della Toscana”, che si occupa della grande stagione di riforme voluta dal Granduca Pietro Leopoldo”. Con queste parole, il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha voluto salutare l’apertura dei lavori del seminario sul tema “L’evoluzione del cappello di paglia in Toscana fra ‘700 e ‘800”, che si è svolto nella sala del Gonfalone del Palazzo del Pegaso a Firenze.

“Il seminario ha voluto toccare uno degli snodi del rilancio dell’economia toscana, che vive proprio nell’era di Pietro Leopoldo, nella seconda metà del Settecento, un momento florido, – ha proseguito Giani – e la paglia ci riporta al prodotto della terra per eccellenza, il grano, e alla necessità di produzione di cereali, messa dal Granduca al centro della propria politica”.

“Il cappello di paglia di Firenze – ha spiegato ancora Giani – cresce nella fervida realtà produttiva della Piana fiorentina, dove fiorisce la lavorazione della paglia, che nell’Ottocento vede nell’allora grande Comune di Brozzi il proprio centro riconosciuto. Alla fine del XIX secolo, ci sono tra gli 85.000 e i 100.000 lavoranti, in grandissima prevalenza donne, che lavorano in casa, il trenta per cento delle quali hanno meno di diciotto anni. E lì nasce la prima camera esplosiva di affermazione dei diritti dei lavoratori, con la rivolta delle donne, guidata dalle trecciaiole”.

“La Fondazione Spadolini ha voluto questo seminario all’interno della “Festa della Toscana” perché il cappello della paglia, con il suo successo, ci parla della stagione di riforme della nostra regione, – ha detto lo storico Cosimo Ceccuti, che della Fondazione Spadolini Nuova Antologia è il presidente – ci parla della storia di quella lavorazione e del ruolo delle donne con le prime battaglie di rivendicazione di loro diritti a Firenze, Campi, Sesto, Signa, Scandicci e Fiesole. Fu Pasquale Villari in un celebre articolo, a scrivere sulla “Nuova Antologia” che quelle donne avevano ragione”.

Al seminario organizzato dalla Fondazione Spadolini, ne seguiranno altri, nei mesi di gennaio e febbraio: sul “Carteggio Luigi Guglielmo Cambray Digny-Virginia Tolomei Biffi”, con la presentazione del primo tomo a cura di Loredana Nuzzolese (Centro Studi sulla Civiltà Toscana fra ‘800 e ‘900); sul volume di Paolo Savona “La rivoluzione democratica di Heine e la Costituzione per la Pace perpetua di Kant: una seconda lettera agli amici tedeschi”, due giornate di studio offriranno approfondimenti sul tema “Dalla Repubblica Romana alla Conciliazione”, per i 150 anni della Repubblica di Mazzini e per i 90 anni dei Patti Lateranensi; e sui mille anni della Basilica di “San Miniato a Monte nella vicenda risorgimentale e nelle trasformazioni di Firenze Capitale”.