Festa di consegna dei diplomi al Calamandrei (foto gallery)

SESTO FIORENTINO – Una festa, più che una cerimonia, quella che si è tenuta questa mattina nel giardino dell’Iss Calamandrei di via Milazzo, per la consegna dei diplomi agli studenti. Senza la solennità che in passato l’aveva fatta diventare un punto di riferimento, senza l’Inno Nazionale, la consegna degli attestati è stata, appunto, una grande […]

SESTO FIORENTINO – Una festa, più che una cerimonia, quella che si è tenuta questa mattina nel giardino dell’Iss Calamandrei di via Milazzo, per la consegna dei diplomi agli studenti. Senza la solennità che in passato l’aveva fatta diventare un punto di riferimento, senza l’Inno Nazionale, la consegna degli attestati è stata, appunto, una grande festa. Sul piccolo palco allestito in giardino mancava il preside Saverio Craparo, a rapppresentare la scuola c’erano i docenti Francesco Lotti, Francesca Sorgente e Tamara Taiti nella doppia veste di insegnante e assessore, mentre le istituzioni erano rappresentate dal sindaco Sara Biagiotti e dall’assessore alla scuola Sara Martini.

Gli studenti diplomati sono stati 220 provenienti da 11 quinte (5 Erica, 3 Igea, 1 Linguistico Bocca e  Geometri), su 1400 dell’intera scuola, e sono stati gli ultimi studenti a diplomarsi con il vecchio ordinamento. I 100 sono stati 4 e 16 coloro che hanno ottenuto il punteggio tra 91 e 100. Si sono diplomati anche i ragazzi che hanno lavorato al progetto del pozzo in Saharawi.

“Siamo contenti di vedere anche quest’anno a questa cerimonia tante persone” ha detto Lotti e poi ha salutato sindaco e assessori “un palco – ha detto – grandemente femminile a parte il sottoscritto”.

“E’ un giorno di festa che per voi rappresenta l’inizio alla vita – ha aggiunto il sindaco Biagiotti – Il futuro del Paese è in mano a voi, i giovani devono creddre nel futuro”.

E poi è iniziata la consegna dei diplomi chiamando i giovani sul palco a ritirare l’attestato tra urla degli altri tra il pubblico e gli scatti fotografici dei genitori.

foto gallery di Roberto Vicario