Filca Cisl: “L’edilizia toscana vola, ma gli infortuni crescono ancora di più: fermare la strage”

FIRENZE – “Il settore edile vola, i bonus fiscali per l’edilizia spingono il settore a numeri mai visti da qualche decennio, ma gli infortuni crescono a un ritmo ancora maggiore e questo non è accettabile. Non possiamo sacrificare la vita e la sicurezza nel nome della ripresa”. A dirlo è Simona Riccio, segreteria generale della Filca-Cisl Toscana (nella […]

FIRENZE – “Il settore edile vola, i bonus fiscali per l’edilizia spingono il settore a numeri mai visti da qualche decennio, ma gli infortuni crescono a un ritmo ancora maggiore e questo non è accettabile. Non possiamo sacrificare la vita e la sicurezza nel nome della ripresa”. A dirlo è Simona Riccio, segreteria generale della Filca-Cisl Toscana (nella foto), la federazione Cisl del settore edile, che celebrerà domani, venerdì 28 Gennaio, a Pistoia (Villa Cappugi) il suo XII° Congresso regionale. “In questo momento – dice Riccio – la domanda supera l’offerta; i prezzi stanno crescendo, si fa fatica a trovare i materiali, non si riescono a mantenere i tempi delle consegne: i ponteggi che non si trovano sono il simbolo di questo momento, forse ancor più della manodopera. Le previsioni ci dicono che gli investimenti in edilizia cresceranno e la spinta principale arriverà appunto dai lavori incentivati dal superbonus, dagli altri bonus fiscali e dalle nuove opere pubbliche”.

“Il settore delle costruzioni è strategico sul piano occupazionale ed un importante volano per lo sviluppo economico e sociale della nostra Regione. Gli ultimi dati della Casse edili evidenziano che in Toscana si è passati da una media di28.455 lavoratori e 7268 imprese del periodo ottobre 2016-settembre 2017 ad una media di 33.068 lavoratori e 7619 imprese del periodo ottobre 2020-settembre 2021, quindi un +16% di lavoratori e un + 4,8% di imprese, mentre la massa salari è cresciuta del 22% e le ore lavorate del 15%. E’ determinante però coniugare crescita e sicurezza. In Toscana, nel settore delle costruzioni, nel periodo gennaio-novembre 2021 ci sono state (dati Inail) 2.369 denunce di infortunio sul lavoro, il 22,1% in più dello stesso periodo dell’anno precedente, un aumento non giustificato dal fermo di parte del settore nel lockdown”.

“L’attenzione alla sicurezza sul lavoro, – aggiunge – gli investimenti in prevenzione e controllo, sono stati considerati un costo nel periodo di crisi e oggi rischiano di essere visti come un ‘un’incombenza’ che rallenta la rincorsa al lavoro e ai ritmi esagerati che stiamo tenendo a scapito di formazione, prevenzione e rispetto delle regole. E gli incidenti degli ultimi giorni ne sono la conferma. La dinamica degli infortuni è sempre la stessa: la caduta dall’alto; il seppellimento nelle lavorazioni di scavo; l’investimento, da parte dei mezzi in movimento; la folgorazione. In Toscana anche il settore lapideo, con le tragedie che si sono succedute nelle cave di Carrara, si conferma uno dei settori più a rischio come tutto il settore delle costruzioni, che paga un pesante tributo di sangue a causa delle inadempienze con le quali viene organizzato il lavoro nelle aziende”.

“Le imprese devono acquisire coscienza che investire in salute e sicurezza sul lavoro non è un costo, – conclude Riccio – bensì un investimento per l’impresa stessa. Per una corretta prevenzione, è determinante la formazione, l’informazione, l’addestramento, ma anche la repressione; c’è infatti una questione concorrenziale tra le imprese da non sottovalutare, ed è evidente che in un mercato scorretto, la prima a subire conseguenze negative è proprio la salute e sicurezza sul lavoro. Come possiamo sperare che si investa nella sicurezza nel settore dove c’è ancora oggi lavoro nero e grigio? Dove non si rispettano le regole del lavoro, non si rispettano nemmeno quelle della sicurezza. Sempre più imprese, nel nostro settore, competono ribassando il costo del lavoro, cercando anche di aggirare il contratto dell’edilizia. Per questo vogliamo una normativa lungimirante che incentivi le imprese virtuose e al contempo penalizzi le imprese negligenti. Sulla sicurezza, a nostro avviso, c’è ancora tanto da fare: l’istituzione di una “patente a punti” della prevenzione per qualificare le imprese attraverso percorsi di buone prassi a migliorare le condizioni di lavoro in cantiere, la promozione dei delegati alla sicurezza in ogni luogo, inserire la materia della salute e sicurezza nei programmi scolastici, perché i bambini di oggi saranno i lavoratori di domani. E infine dobbiamo rimettere in circolo le risorse risparmiate ogni anno dall’Inail (ben circa 1,5 miliardi) per realizzare progetti di prevenzione e migliorare le prestazioni. La nuova frontiera dell’edilizia sostenibile, di qualità e la transizione ecologica richiederanno trasformazioni radicali nelle tecnologie e nei processi produttivi che avranno impatto sul lavoro del  settore delle costruzioni e rappresentano l’occasione per creare appunto buona occupazione e sicurezza, che devono andare di pari passo”.