FIRENZE – “Una intera provincia e oltre oggi insorge. Il fondo finanziario scappa, le lavoratrici e i lavoratori di tutta la provincia abbracciano la fabbrica e la difendono. Di chi è quindi questa fabbrica? Allo sciopero. Si perde sempre, tranne quella volta che si vince”: questo il primo post pubblicato stamani sulla pagina Facebook del Collettivo di fabbrica del Gkn. Un post scritto di prima mattina, in attesa della manifestazione in piazza Santa Croce a Firenze e che non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Una piazza multicolore con unico obiettivo: stare dalla parte dei lavoratori della Gkn e fare tutto il possibile perché i 422 licenziamenti (oltre 500 con l’indotto) vengano “rispediti al mittente”.
Una piazza che ha visto presenti i Gonfaloni di Comuni e istituzioni, lavoratori provenienti da tutta la Toscana e anche da altre regioni, cittadini, associazioni, organizzazioni, partiti: è stata altissima la partecipazione alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil “Firenze difende il lavoro” in piazza Santa Croce. Manifestazione che, anche nelle reazioni, ha visto una presa di posizione unitaria da parte delle tre organizzazioni sindacali: “E’ stato perpetrato un atto di violenza inaudita, – ha detto Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze – non solo verso i lavoratori della Gkn, ma anche verso un’intera comunità e verso le istituzioni che la rappresentano. E oggi la piazza di Firenze ha dato una risposta importante fatta di lotta, mobilitazione e solidarietà, per questa e per tutte le altre tante vertenze, e così si andrà avanti. Abbiamo bisogno che la politica si riappropri del proprio ruolo, non è possibile che un qualsiasi amministratore delegato conti più dell’interesse generale. Si può fare: lo ha dimostrato il sindaco di Campi Bisenzio firmando un’ordinanza che prima ancora che un atto amministrativo è un atto politico, di chi sceglie da che parte stare”. Sulla stessa lunghezza d’onda Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato, che ha detto: “Se un’azienda può, senza violare le leggi, umiliare e mortificare il lavoro e i lavoratori, come sta facendo Gkn, allora le leggi che abbiamo non vanno bene. Se crediamo ancora nella Costituzione e nel suo articolo 1, dobbiamo darci delle leggi che difendano il lavoro e la sua dignità dall’economia di rapina condizionata dalla finanza. E questo compito spetta la Parlamento. Contemporaneamente chiediamo al presidente Draghi e al ministro Giorgetti di attivare immediatamente tutte le azioni necessarie per il ritiro dei licenziamenti e per riattivare la produzione in Gkn. Gkn è solo l’ultima di una lista di grandi aziende che abbandonano il territorio fiorentino: non c’è più tempo da perdere, dobbiamo invertire questa tendenza che porta alla povertà”. Infine, ecco Leonardo Mugnaini, coordinatore Uil Firenze: “Siamo scesi in piazza per difendere la dignità del lavoro, perché quanto accaduto a Gkn può accadere oggi stesso in qualsiasi parte d’Italia. Per questo dobbiamo pretendere da governo e istituzioni che siano inseriti paletti ben precisi affinché queste delocalizzazioni che svuotano il territorio di risorse e lavoro siano fermate. Sono inaccettabili logiche predatorie da parte di chi non ha alcuna intenzione di investire ma soltanto di trarre il massimo profitto senza alcun rischio industriale”.
Ma anche la politica di “casa nostra” che siede fra i banchi del Parlamento ha voluto dire la sua “Oggi – ha affermato Susanna Cenni, parlamentare toscana e responsabile Politiche agricole, alimentari e forestali della segreteria Pd – anche io sono a Firenze insieme ai lavoratori e a tanti cittadini per testimoniare la nostra solidarietà ai 422 licenziati dalla Gkn. Una piazza in cui ci sono rabbia, dignità e tanta determinazione. A noi tutti, alla politica, alle istituzioni spetta adesso mettere al centro con forza la priorità lavoro. Quella di Gkn è stata una decisione, nel merito e nel metodo, inaccettabile, che non ha a che vedere con la crisi pandemica e nemmeno con una crisi di mercato. È una rottura profonda, gravissima, di ogni prassi e regola: l’impresa e il Fondo Melrose hanno comunicato a freddo i licenziamenti e l’ intenzione di chiudere lo stabilimento in barba ad ogni procedura di confronto sindacale. Per di più delegando semplicemente un avvocato, in teleconferenza, a rappresentare l’azienda non partecipando al tavolo istituzionale, convocato giovedì scorso a Firenze dal Governo, con tutte le istituzioni presenti”.
E ancora: “Un esempio di arroganza e disprezzo delle regole. Non è la mancanza di commesse ad avere determinato la crisi, come gli stessi sindacati hanno ripetutamente precisato. Qui c’è l’idea che si possano trattare lavoratori, stabilimenti e relazioni come un qualsiasi prodotto. Servirà fermezza delle Istituzioni tutte, nel pretendere che ai tavoli istituzionali l’impresa si presenti e che lì ci si confronti con le rappresentanze dei lavoratori e dello Stato. E servirà solidarietà attorno ai lavoratori. Servirà però anche lavorare a nuove regole a livello Europeo, affinché non sia consentito il “turismo produttivo” secondo convenienza. Stiamo lavorando ad una nuova Europa, quella che abbiamo definito con Next Generation, facciamolo rimettendo al centro diritti, rispetto, ed una Economia nuova in cui chi fa impresa per concorrere alla costruzione del futuro venga supportato, ma chi “usa e getta” non abbia cittadinanza”.
In “controtendenza” Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia: “E’ troppo facile essere solidali e fare le staffette quando tutto ormai è compromesso. Quando la nostra Regione doveva concretizzare le grandi scelte strategiche o pianificare uno sviluppo industriale coerente dove erano i politici che si sono assiepati alla Gkn? La risposta è semplice: non c’erano, i risultati sono questi e, mi duole dirlo, se non ci saranno cambiamenti, sarà solo l’inizio. La Toscana è tagliata fuori dal resto d’Italia e, di conseguenza, dal mondo. Le aziende che vengono a investire o i nostri distretti di eccellenza perdono competitività in un mondo che non è più quello di anni fa dove potevamo vivacchiare. Gkn, che sì ha licenziato in un modo brutale, negli anni ha deciso di investire a Brunico, dove ha trovato condizioni più favorevoli, dove la politica è più concreta e meno ideologica, dove il sindacato è un equilibratore tra i bisogni delle parti, che non devono confliggere, e dove continua ad assumere. Il clima che si è creato, purtroppo anche per colpa della politica, ci riporta indietro di decenni e non fa altro che disincentivare altre aziende dall’investire nel nostro territorio. Dobbiamo sbloccare le infrastrutture altrimenti la Gkn sarà solo la prima di una lunga serie”.