Flachi, maglia numero 14 e mezz’ora in campo al suo esordio con il Signa: “Trenta minuti per cancellare dodici anni”

SIGNA – Il sindaco Giampiero Fossi e la sua vice, oltre che assessore allo sport, Marinella Fossi, seduti a bordo campo su una panchina insieme ai volontari della Misericordia di San Mauro. In anche tribuna Walter Novellino, ex allenatore della Sampdoria, che tanto aveva creduto in lui. Sugli spalti striscioni e fumogeni, in campo bambini […]

SIGNA – Il sindaco Giampiero Fossi e la sua vice, oltre che assessore allo sport, Marinella Fossi, seduti a bordo campo su una panchina insieme ai volontari della Misericordia di San Mauro. In anche tribuna Walter Novellino, ex allenatore della Sampdoria, che tanto aveva creduto in lui. Sugli spalti striscioni e fumogeni, in campo bambini e cappelli di paglia, uno dei simboli del Comune di Signa. Tutti gli elementi per quella che è stata a tutti gli effetti una festa di paese, nell’accezione più genuina e spontanea che ci possa essere del termine, una festa per il ritorno in campo, a 46 anni e dopo 12 di squalifica, di Francesco Flachi. E poco importa se lo stadio non era il Franchi di Firenze ma quello del Bisenzio a Signa e se accanto a lui non c’erano Rui Costa e Batistuta ma Coppola e Tempesti.

L’importante era tornare a mettersi gli scarpini e indossare una maglia, in questo caso la numero 14. Non in onore del campione olandese Johan Cruyff, sinonimo appunto della maglia numero 14, ma per ricordare gli ultimi due numeri dell’anno di “nascita” della società signese. La sua nuova “casa”, il nuovo palcoscenico calcistico dove provare a incantare chi ha creduto in lui ma soprattutto crede ancora nel gioco del calcio, quello di provincia, fatto di cose semplici ma estremamente sincere. Avversario di turno il Prato 2000 (2-2 il risultato finale), formazione di metà classifica del campionato di Eccellenza dove invece il Signa è nelle primissime posizioni della graduatoria. Circa mezz’ora la durata della partita per il “ragazzo che gioca bene”, come cantava la Fiesole negli anni d’oro della Fiorentina e si sognava a occhi aperti. Prima di uscire ed essere sostituito da un altro ex viola, Diakhate.

Ma quello che contava era tornare sul rettangolo verde, come recitava uno degli striscioni che hanno fatto da cornice alla festa di paese: “Il talento non conosce età… Francesco Flachi un pallone e un prato verde… il quadro perfetto”. Già, il quadro perfetto, come quell’ultimo gol segnato in rovesciata prima della lunga squalifica o come l’assist per il gol di Batistuta, uno dei tanti, in una roboante vittoria della Fiorentina targata Ranieri a Brescia nella stagione 1994/1995. “Mezz’ora per cancellare dodici anni”, le sue parole mentre il sindaco Fossi lo ha salutato così: “Un saluto a Francesco Flachi. Il grande cuore della nostra tifoseria ti ha mostrato uno dei lati migliori di una comunità che lealmente sarà sempre con te. Benvenuto a Signa”. Il ragazzo gioca bene e chi ama questo sport, per un attimo, è tornato più giovane…