Flash mob davanti al deposito Eni: “La sicurezza sul lavoro è un diritto”

CALENZANO – “La salute e sicurezza sul lavoro sono un diritto e le morti non avvengono mai per caso” è stato lo slogan urlato questa mattina davanti al deposito Eni di via Erbosa in occasione del flash mob, organizzato dalla Cgil per ricordare l’esplosione avvenuta il 9 dicembre scorso dove sono morti cinque lavoratori. “Facciamo […]

CALENZANO – “La salute e sicurezza sul lavoro sono un diritto e le morti non avvengono mai per caso” è stato lo slogan urlato questa mattina davanti al deposito Eni di via Erbosa in occasione del flash mob, organizzato dalla Cgil per ricordare l’esplosione avvenuta il 9 dicembre scorso dove sono morti cinque lavoratori. “Facciamo rumore” questo lo slogan del flash mob che ha visto gli interventi dei lavoratori, dell’assessore all’ambiente della Regione Monia Monni, al sociale della Regione Serena Spinelli, dei sindaci di Calenzano Giuseppe Carovani, di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi e di Campi Bisenzio Andrea Tagliaferri, insieme a loro sindacalisti e lavoratori. “Sono passati 6 mesi è importante fare delle riflessioni. – ha detto il sindaco Carovani – Oggi abbiamo qualche strumento per porre argine alla deriva che viene da lontano e ha portato alla precarizzazione, alla perdita di potere contrattuale, allo svilimento del lavoro come elemento costitutivo di un modello di sviluppo quello dettato dal neoliberismo che ha portato all’impoverimento di milioni e milioni di lavoratori e in generale delle nostre società. Sabato e domenica prossimi abbiamo la possibilità di mettere un argine, il nostro voto, dare un segnale chiaro e dare un’inversione di rotta. Senza la valutazione, la rivalorizzazione del lavoro non ce la facciamo”. Appalti, subappalti sono stati indicati come elementi di una catena che rischia di azzerare le responsabilità.

“Qui abbiamo avuto un incidente mortale drammatiche che è avvenuto esattamente tecnicamente in una intersezione – ha spiegato Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze – cioè in un punto in cui finisce la responsabilità dell’azienda capofila si innesta un appalto per la manutenzione, contemporaneamente viene a fare il carico un’azienda esterna esattamente nei momenti in cui il ciclo produttivo si spacchetta in cui non c’è un’assunzione piena di responsabilità e di prevenzione, lì i lavoratori pagano le spese di un ciclo produttivo spacchettato in cui in alcuni casi per andare a risparmio si producono elementi di criticità. Vogliamo manifestare con forza i cambiamenti normativi, i referendum ne rappresenta uno e per questo diamo indicazione di votare cinque sì”. Ha aggiunto il sindaco Falchi “Se quel sì dovesse passare dal giorno dopo finalmente le ditte che appaltano e subappaltano saranno responsabili della sicurezza per quello che succede”. Il sindaco Tagliaferri ha sottolineato che “L’8 e 9 giugno non è un referendum tecnico, è un modo per dare l’immagine che vogliamo dare del lavoro del futuro e dei suoi diritti. L’assessore Monni, infine, ha ricordato la morte sul lavoro di Luana a Prato e del rider Sebastian. “Oggi abbiamo uno spiraglio che si chiamo referendum – ha detto Monni – e abbiamo la possibilità di cogliere l’occasione per far tornare il lavoratore al centro del lavoro e di smettere di pensare che in nome del lavoro si possano sacrificare i lavoratori perchè non è così”.