Font e videoclip: caratteri che vanno d’accordo

SESTO FIORENTINO – Esplosi negli anni Ottanta, i video contenenti caratteri tipografici come elemento della narrazione musicale, sono ritornati protagonisti di videoclip. Per l’editore sestese di Apice Libri Stefano Rolle, la passione per i caratteri tipografici va oltre la propria professione e si affinaca a quella per la musica e i video. In questa estate […]

SESTO FIORENTINO – Esplosi negli anni Ottanta, i video contenenti caratteri tipografici come elemento della narrazione musicale, sono ritornati protagonisti di videoclip. Per l’editore sestese di Apice Libri Stefano Rolle, la passione per i caratteri tipografici va oltre la propria professione e si affinaca a quella per la musica e i video. In questa estate torrida ha lanciato un blog, visibile sulla pagina Facebook di Apice Libri, dove racconta la storia dei caratteri e dei video musicali, unendo qualche curiosità e accenni storici. I font presenti nei video analizzati da Rolle sono particolari e hanno un loro storia ben precisa e non sono, ci tiene a sottolineare l’editore, quelli utilizzati per il karaoke. Tra i molti videoclip corredati da font in movimento o come parte integrante dello storytelling c’è quello degli anni Sessanta con un giovane Bob Dylan dal titolo “Subterranean Homesick Blues”. Fino ad ora ne ha pubblicati 8 e nell’ultino il font protagonista di un video della serie “bellezze al mare” è, scrive Rolle “il CPL Kirkwood, della giovane type designer Kimmy Kirkwood di Seattle. Gli indizi in tal senso sono dati, oltre che da quasi tutte le altre lettere, dal caratteristico disegno della “G” maiuscola; però la gamba della “R” ha un movimento diverso da quella del CPL, si tratta quindi di un suo quasi clone”. Come sempre musica e parole vanno insieme, come sempre anche se con caratteri diversi.