CAMPI BISENZIO – “Finalmente c’è stato il taglio del nastro ufficiale, ma la realizzazione della passerella sull’Arno rappresenta una vicenda, a dir poco surreale. Attesa praticamente da 40 anni ha aperto oggi, formalmente, senza la realizzazione del parcheggio scambiatore di Badia ne aver potenziato, come era stato richiesto da tantissimi cittadini, i treni in fermata dalla stazione ferroviaria di San Donnino. La passerella serve unicamente se ci sono infrastrutture di collegamento adeguate”: queste le critiche di Paolo Gandola, consigliere metropolitano di Forza Italia – Centrodestra per il cambiamento e capo gruppo azzurro a Campi Bisenzio che aggiunge: “Dopo avere investito oltre 20 milioni di euro per riattivare la linea ferroviaria di San Donnino, i treni in fermata giornalmente sono poco più di 10, una inezia che certamente non potrà produrre alcun beneficio ai residenti di Badia e alle imprese che in quella zona vi insistono. Ora, pertanto, gli amministratori metropolitani e i sindaci di zona chiedano a gran voce e convintamente a Trenitalia e a Regione Toscana il potenziamento della stazione”.
Sulla passerella si è espresso anche Claudio Gemelli, consigliere metropolitano di Fratelli d’Italia – Centrodestra per il cambiamento: “L’idea è del secolo scorso, la prima pietra del 1914. Attualizzata, attesa da più di 40 anni e con progetti approvati circa 20 anni fa. Lavori che non partivano, fermi, infiniti, ritardi su ritardi… Intanto intorno il tessuto urbano, sociale e di mobilità cambiava per un’infrastruttura che non riusciva a vedere la luce. Oggi, alla fine, ce l’ha fatta: la passerella che collegherà Badia a Settimo con San Donnino è stata aperta, inserendosi come un tassello importante per la mobilità metropolitana così come è stata pensata per il futuro delle nostre zone. Tuttavia non si può non vedere come questi ritardi di decenni rappresentino il fallimento delle amministrazioni coinvolte, in primis la allora Provincia e i Comuni, per un’opera che ogni volta veniva ripensata nelle proprie finalità. La vera sfida adesso sia il ponte sull’Arno, carrabile, collegamento tra zone produttive importanti che servirà a decongestionare il traffico tra il viadotto all’Indiano e Ponte a Signa. Il nostro territorio, oltre che di passerelle pedonali, ha bisogno di infrastrutture veramente strategiche e funzionali anche per fare crescere l’economia o almeno mantenere, perché negli anni abbiamo imparato che niente è scontato, il tessuto imprenditoriale presente in zona.