FIRENZE – “E così, dopo un San Valentino pieno di rimpianti per i pubblici esercenti – il ritorno della Toscana in zona arancione è costato migliaia di euro a tutti i ristoratori che per tutta la settimana avevano lavorato nell’ottica di questa domenica speciale, in cui si annunciava un boom di incassi – la seconda mazzata è arrivata per gli impianti sciistici”. Parole che lasciano spazio a pochissime interpretazioni, a pronunciarle Monica Castro, responsabile Dipartimento attività produttive Forza Italia Toscana, e Giampaolo Giannelli, vice-coordinatore provinciale Forza Italia Firenze. “Anche in questo caso, a fronte di promesse e di date di riapertura previste e differenziate da regione a regione la doccia fredda arriva la domenica, nel tardo pomeriggio, con la firma da parte del ministro Speranza del provvedimento che posticipa la riapertura al 5 marzo. Il che vuol dire stagione finita. E’ l’ennesimo schiaffo al mondo economico; è ora di dire basta”.
“Sul fronte ristorazione – aggiunge Giannelli – tutti i locali della provincia di Firenze che ci hanno contattato (ma la situazione era analoga nell’intera regione) erano stati presi d’assalto con tante prenotazioni prima della doccia gelata, arrivata solo nel tardo pomeriggio di venerdì. Una mazzata tremenda, sia dal punto di visto economico che psicologico, anche per il quantitativo di merce ovviamente acquistata, molta della quale dovrà essere gettata. Ci voleva un atto di coraggio da parte della Regione Toscana, con una ordinanza ad hoc, magari impugnabile, che posticipasse al lunedì l’inizio della zona arancione. Sarebbe stato un bel segnale per una categoria allo stremo delle forze, che comunque ha investito, anche cifre importanti, per la sanificazione ed il distanziamento. Invece, niente, ancora una volta il settore è stato lasciato solo”.
“Allucinante quanto accaduto anche per gli impianti sciistici, – dice Castro – gestori e dipendenti erano pronti a riprendere la loro attività, le date diverse da regione a regione erano state già decise da giorni, quando arriva lo stop improvviso da parte del ministro. Un colpo definitivo all’economia basata sulla montagna, esteso addirittura alle regioni che sono zona gialla, in maniera assolutamente incomprensibile”. “Nessuno nega che ci siano ancora rischi connessi alla pandemia – concludono i due esponenti azzurri – ma ancora una volta le decisioni adottate sono state sbagliate nei tempi, nei modi e sono state prese sulla pelle delle attività economiche. Ci avviciniamo a scadenze fiscali, che le aziende ovviamente non saranno in grado di onorare. Ci aspettiamo risposte certe e importanti, ristori veri, basati su mancati introiti veri. E ci aspettiamo anche dal nuovo Premier Draghi quel coraggio nelle scelte che non abbiamo visto né nel Governo Conte, né nel presidente Giani; perché la tutela della salute pubblica è ovviamente fondamentale, ma l’economia dei settori trainanti è in ginocchio”.