FIRENZE – Non si placa la bufera all’interno di Forza Italia dopo le dimissioni di Stefano Mugnai da coordinatore regionale del partito (ma anche di Claudio De Santi da quello di responsabile dei dipartimenti e di Claudio Scuriatti da responsabile dell’organizzazione) in seguito, secondo le sue parole, a una “capolistura” calata dall’alto. Come in un domino, infatti, si è dimesso anche il vice-coordinatore fiorentino Mario Tenerani mentre Jacopo Cellai si è sospeso dal ruolo di coordinatore cittadino.
“Sento l’obbligo morale – ha detto Tenerani – di esprimere la massima solidarietà all’onorevole Stefano Mugnai che ha rassegnato nelle mani del presidente Silvio Berlusconi le dimissioni dall’incarico di coordinatore regionale di Forza Italia. L’onorevole Mugnai, con questo gesto, ha confermato non solo la valenza del proprio spessore politico, ma anche di essere una persona per bene. I motivi che lo hanno spinto ad abbandonare l’incarico sono i medesimi che mi inducono a rassegnare le dimissioni dal ruolo di vice-coordinatore di Firenze di Forza Italia”. “Quanto è accaduto negli ultimi giorni, per ciò che mi riguarda, non è tollerabile, – ha aggiunto . ancorché incomprensibile. Il coordinatore regionale di Forza Italia, insieme al coordinamento comunale di Firenze avevano indicato una linea precisa: la capolistura nel Collegio 1 di Firenze sarebbe stata appannaggio di Jacopo Cellai, capo gruppo in Palazzo Vecchio e coordinatore dal 23 novembre scorso di Forza Italia a Firenze. Cellai è diventato coordinatore dopo un regolare congresso, una votazione unanime, in un frangente di ritrovato entusiasmo seppur all’interno di un momento difficile per Forza Italia, con un’unica nota stonata: l’assenza del precedente coordinatore, Marco Stella – oggi inserito inopinatamente nella posizione di capolista nel Collegio 1 di Firenze – al congresso. Una grave mancanza di rispetto nei riguardi del partito, una dimostrazione di non conoscenza di una elementare grammatica politica”.
“Era stato, dunque, l’impegno qualitativo di Cellai a indurre il Coordinatore toscano e il coordinamento fiorentino, a scegliere senza indugio alcuno, la sua capolistura. Ma c’è di più: non ci siamo trovati di fronte a un normale confronto, cioè scegliere un candidato piuttosto che un altro per guidare la lista, pane quotidiano della narrazione politica. In questo caso le cronache della stampa dei tempi recenti ci hanno raccontato di un clima da “calcio mercato” della politica, con l’attuale capolista al centro di trattative per passare ad altri partiti, addirittura alternativi tra loro. Quasi una ricerca compulsiva di una nuova squadra. Per chi ha sempre creduto che la coerenza sia un valore da preservare, lo spettacolo al quale abbiamo assistito è stato il Festival della mediocrità. Flaiano aveva ragione: la situazione è grave, ma non seria… Tutti elementi che non autorizzavano Roma a passare sulla testa della Toscana e di Firenze. Ma non resta che prendere atto di questa triste realtà e fare, per ciò che mi consta, un passo indietro”. “Le mie dimissioni – ha concluso – non scalfiscono però il mio impegno per l’affermazione di Forza Italia e del centrodestra né la riconoscenza al gruppo dirigente toscano e all’amico Jacopo Cellai per la possibilità che mi è stata offerta dopo 10 anni trascorsi sugli scranni comunali di Palazzo Vecchio. Un grande ringraziamento va da parte mia anche alla base del partito, ai nostri militanti fedeli e adesso sconcertati davanti a certe rappresentazioni della politica più deteriore”.
Passando invece a Jacopo Cellai, “Firenze – ha detto – ha creduto fortemente nella stagione congressuale voluta da Roma, colta come occasione per dare voce agli iscritti, i primi ad avere diritto a partecipare alle scelte di Forza Italia. Mettendo in campo un tesseramento serio che ha coinvolto centinaia di persone è stata proposta la mia candidatura, l’unica, accompagnata da una approfondita mozione congressuale, allo scopo di rilanciare il partito all’interno e all’esterno in previsione della grande partita delle elezioni regionali”.
“Il nostro coordinatore regionale è il primo ad aver voluto e protetto un percorso di coinvolgimento della base per dare al coordinamento una rappresentatività ancora più forte e diretta. Le sue dimissioni sono un gesto pesante tutt’altro che scontato che dimostrano la serietà della sua persona e segnano la determinazione e la convinzione di tutto un gruppo che ha creduto alle regole che il Partito stesso aveva indicato a livello nazionale. La serietà deve essere sempre e comunque reciproca”.
“Fuori dall’ipocrisia è altrettanto evidente che la questione non si limita a una diversità di vedute in ordine alla composizione della lista. Il punto è che la legittima concorrenza fra due o più candidati è accettabile purché ciascuno di loro rimarchi sempre e comunque la propria appartenenza al partito, senza adombrare possibilità di accasarsi altrove, né con partiti avversari, né con partiti alleati. A Firenze, invece, il capolista designato è stato sul calciomercato della politica fino a 48 ore fa. Non si può chiedere impegno, lealtà, sacrificio e parlare di democrazia interna quando si calpestano tutti questi valori. Per questo comprendo il gesto delle dimissioni di cui sopra ma chiedo ai componenti tutti del coordinamento di serrare i ranghi. La battaglia da fare è quella per Forza Italia, per il centrodestra e per vincere la Toscana con Susanna Ceccardi presidente. Da questo momento il sottoscritto si sospende dal suo ruolo di coordinatore anche per correttezza verso gli altri candidati tutti, affidando la guida del coordinamento al vicecoordinatore vicario Tommaso Villa, da me invitato a restare al suo posto per organizzare al meglio la campagna elettorale del partito. Dovevamo una risposta non solo a Roma, ma anche ai nostri elettori e a noi stessi e l’abbiamo data. Ancora più motivati di prima. Adesso pancia a terra e combattere. La partita è troppo importante. Il solo avversario è il centrosinistra e noi dobbiamo fare la nostra parte. Il modo migliore per onorare ancora una volta Forza Italia”.