SIGNA – Un fiume di paglia ma anche un fiume di emozioni. Sono quelli che ieri sera “hanno percorso” la passerella allestita di fronte al palazzo comunale dove si è svolta appunto la sfilata che ha visto come protagonisti assoluti la bellezza delle ragazze che si sono esibite e i cappelli delle sette aziende aderenti al Consorzio “Il cappello di Firenze” (Caterina Bertini – San Mauro, Grevi – Signa, Italmind – Campi Bisenzio, Frasconi – Campi Bisenzio, Marzi – Campi Bisenzio, Raffaello Bettini – Signa e Tesi – San Piero a Ponti) che hanno offerto i rispettivi prodotti affinché anche loro fossero parte attiva nel fare scoccare la scintilla delle emozioni in tutti i presenti. Quattro i momenti in cui si è suddivisa la sfilata (inserita nel programma de “Le Signe Art Festival” di cui è direttore artistico Alessandro Calonaci) , sotto la regia e la supervisione di Elena Frandi: country, giorno, sera e abiti da cerimonia, con le EviolinS a fare da collante prima che le ragazze scendessero in passerella e, fra gli altri, un “Hallelujah” di Leonard Cohen da brividi. A fare gli onori di casa il sindaco Giampiero Fossi, per un evento organizzato in sinergia grazie alla collaborazione fra amministrazione comunale, Pro loco, compagnia Mald’Estro e i tanti volontari che si sono resi disponibili a collaborare per la buona riuscita dell’iniziativa. Che si è svolta nel rispetto delle normative anti-Covid e che è voluta essere un vero e proprio omaggio a una delle risorse più preziose del nostro territorio. Una serata, come ha ribadito il sindaco Fossi, che ha voluto rappresentare anche “l’occasione per dare un segnale di ripartenza dopo i mesi difficili che tutti ci stiamo lasciando alle spalle”. A dare voce ai cappelli è invece Giovanni Papini, vice-presidente del Consorzio: “E’ stata una sfilata che, come fabbricanti di cappelli, ci ha reso orgogliosi e contenti; e che ci ha permesso di vedere in passerella oggetti valorizzati sia dalle ragazze che dagli abiti che indossavano. Con la conferma che i cappelli rappresentano davvero un’eccellenza. Abbiamo potuto ammirare quello che ognuno di noi produce ma anche dagli altri, a conferma di una tradizione che per la Piana è sempre stata significativa”. Con un occhio anche al futuro e “la necessità di tenere vivo l’interesse verso un settore di nicchia ma che dà lustro a tutte le altre attività della Piana. E, al tempo stesso, ognuno per le sue competenze, perché tutti facciano la loro parte perché questa tradizione si possa tramandare anche a chi verrà dopo di noi”. Guardando al presente infatti “il momento è quello che è – ha concluso Papini – soprattutto per il cappello, un momento complicato reso ancora più difficile dall’emergenza sanitaria. E una consapevolezza: se saltano le stagioni, gradualmente anche le competenze di chi produce cappelli rischiano di andare perse e non è certo quello che noi vogliamo”. La grande bellezza che ha sfilato ieri sera ne è una riprova.
(Si ringrazia Marco Gennai per le fotografie)