Frodi nella gestione delle strutture di accoglienza per migranti: arresti domiciliari e interdizioni da incarichi societari

LASTRA A SIGNA/SIGNA – Quello delle strutture di accoglienza per migranti, sul territorio e non, è un argomento che ha fatto e fa sempre discutere. Desta sicuramente scalpore, quindi, la notizia di quattro misure cautelari notificate questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Signa e dalle Fiamme Gialle del Comando provinciale di Firenze. I militari, […]

LASTRA A SIGNA/SIGNA – Quello delle strutture di accoglienza per migranti, sul territorio e non, è un argomento che ha fatto e fa sempre discutere. Desta sicuramente scalpore, quindi, la notizia di quattro misure cautelari notificate questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Signa e dalle Fiamme Gialle del Comando provinciale di Firenze. I militari, infatti, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di due misure cautelari degli arresti domiciliari e due misure di interdizione da incarichi societari all’interno di strutture di accoglienza di migranti, emesse dal Tribunale di Firenze su richiesta della Procura della Repubblica alla sede, diretta dal Procuratore Capo Giuseppe Creazzo.

L’operazione di questa mattina scaturisce da un’indagine avviata nel 2014 nei confronti di soggetti, aggiudicatari diretti e indiretti (attraverso cooperative del terzo settore) di bandi di gara indetti dalla Prefettura per la gestione dei servizi di prima accoglienza nei confronti di migranti. Più nel dettaglio, i suddetti bandi di gara prevedevano, per chi avesse “vinto”, la sistemazione dei migranti nonchè la fornitura di numerosi servizi a loro favore (come la mediazione linguistica, lavanderia, barberia, consegna pocket money, tessere telefoniche, assistenza sanitaria e altro ancora).

Le attività ispettive condotte dal 2014 dalla Stazione Carabinieri di Lastra a Signa, anche attraverso testimonianze acquisite direttamente dagli stessi migranti, hanno fatto emergere una non corretta erogazione dei servizi previsti, nonchè la constatazione delle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versavano i locali. Inoltre, hanno permesso di accertare la presenza di persone, all’interno delle strutture, in sovrannumero rispetto alla capienza massima prevista.

Successivamente, le indagini e l’esame della documentazione e dei supporti informatici sequestrati durante alcune perquisizioni, a cui si sono aggiunti – a partire dal 2017 – mirati approfondimenti economico-finanziari dei militari della Guardia di Finanza del gruppo di Firenze, hanno permesso di rilevare molteplici irregolarità di natura penale e fiscale a carico delle cooperative appaltatrici, irregolarità che si sono concretizzate – fra l’altro – in un’incompleta giustificazione dei costi sostenuti per l’erogazione dei servizi a fronte delle somme elargite dalla Prefettura di Firenze, nella mancata documentazione dei costi per il personale impiegato nell’attività, nella mancata erogazione dei pocket money nei confronti di almeno 300 migranti per l’impossibilità di identificazione, nell’omessa fornitura della tessera/ricarica telefonica di 15 euro per ogni soggetto ospitato, nella contestuale registrazione di alcuni migranti presso diversi centri di accoglienza dislocati in varie località.

Sulla base di tale quadro probatorio, la Procura della Repubblica (Sostituto Procuratore Leopoldo De Gregorio) ha richiesto e ottenuto dal Tribunale di Firenze – Ufficio del Gip (Antonella Zatini) le misure cautelari sopra indicate per la violazione del delitto di “Frode nelle pubbliche forniture” ex articolo 356 del Codice penale.

Durante le attività di servizio, sono state eseguite anche perquisizioni domiciliari, per l’individuazione di ulteriori elementi probatori di rilevante interesse sotto il profilo tributario.