Futuro incerto per il Banco Alimentare. Dal 2014 non ci sarà più la convenzione con la Ue

CALENZANO – Banco alimentare della Toscana: il 31 dicembre finisce la convenzione ventennale che garantisce gli aiuti dell’Unione Europea. In un momento come questo, nel quale aumentano di mese in mese le persone che si rivolgono alle strutture caritative e di distribuzione, la notizia della riduzione degli aiuti, quelli Ue sono circa la metà di […]

CALENZANO – Banco alimentare della Toscana: il 31 dicembre finisce la convenzione ventennale che garantisce gli aiuti dell’Unione Europea. In un momento come questo, nel quale aumentano di mese in mese le persone che si rivolgono alle strutture caritative e di distribuzione, la notizia della riduzione degli aiuti, quelli Ue sono circa la metà di quanto viene distribuito in Toscana, non è certo positiva. Cosa succederà? Siamo andati a chiederlo al direttore del Banco Alimentare Toscana Marco Tommasi.
“Dal prossimo anno – spiega – i finanziamenti Ue passeranno dal progetto Pead, che prevede contributi al Ministero dell’Agricoltura appositamente per aiuti alimentari, al progetto Fead, che consiste in contributi al Ministero delle Politiche Sociali spendibili in qualsiasi ambito del sociale”. Oltre a non essere più mirati i nuovi finanziamenti saranno molto meno sostanziosi: si passa da 500 milioni ogni due anni a 32 milioni annui. “A livello nazionale, stiamo premendo sulla politica perchè si interessi della cosa – dice Tommasi – Anche perché a parte il Fead doveva essere già stato inserito nella legge di stabilità un programma statale di cui ancora però non si sa niente”.
A livello locale invece il Banco si sta muovendo per incrementare quella parte di alimenti che gli proviene dalle realtà produttive agroalimentari, che donando al Banco possono risparmiare le spese di smaltimento degli alimenti in scarto e agevolazioni fiscali. Con il progetto “Siticibo” invece si cercano accordi con le mense scolastiche e aziendali e con i supermercati per il recupero del “fresco”, cioè i prodotti freschi a 2 giorni dalla scadenza che altrimenti andrebbero buttati.
Tutto sotto controllo allora? Non proprio. Perché proprio per i morsi della crisi alcune realtà di grande distribuzione hanno iniziato a mettere in vendita i cibi in scadenza a metà prezzo.
E anche perché, apparte il Banco Alimentare, intere strutture caritative come la Caritas o la Croce Rossa si basano totalmente sui pacchi di aiuto Ue, e da gennaio rimarranno scoperte.
“E’ inutile farsi illusioni; ci stiamo dando da fare, ma senza il progetto dell’unione Europea non si potranno distribuire le stesse quantità di alimenti” conclude Tommasi. Mentre i numeri dei bisognosi, invece, continua a crescere.
Francesca Gambacciani