Gargiulo (Anpit): “La Piana non può essere lo “sgabuzzino” della grande città…”

FIRENZE – Nei giorni scorsi avevamo scritto dell’arrivo, nell’area compresa tra Firenze e Prato, di Anpit (Associazione nazionale per l’industria e il terziario). Quindi abbiamo incontrato il suo presidente Giorgio Gargiulo, che ci ha illustrato le linee guida e gli impegni per le prossime settimane. Anpit è già strutturata a livello nazionale, soprattutto nel centro-sud […]

FIRENZE – Nei giorni scorsi avevamo scritto dell’arrivo, nell’area compresa tra Firenze e Prato, di Anpit (Associazione nazionale per l’industria e il terziario). Quindi abbiamo incontrato il suo presidente Giorgio Gargiulo, che ci ha illustrato le linee guida e gli impegni per le prossime settimane.

Anpit è già strutturata a livello nazionale, soprattutto nel centro-sud del paese. Cosa vi ha spinto a mettere radici anche qui?

“Anpit è un progetto in costante espansione che affonda su solide basi nel centro-sud perché, è bene ricordarlo, anche nel nostro sud, contrariamente a quanto ci vorrebbero far credere certe narrazioni fin troppo diffuse sul sud svogliato e parassitario (non nego ci siano evidenti problemi), ci sono anche e soprattutto aziende, eccellenze, imprenditori e lavoratori. Il sud è uno degli snodi centrali del nostro paese perché è la nostra porta verso il mondo: non dimentichiamoci che siamo una penisola calata dentro un mare. Ovviamente, lavorando principalmente con le aziende e il settore dei servizi non possiamo che ambire a rappresentare anche i cuori produttivi del centro-nord, elemento di dinamismo del nostro sistema produttivo, da sempre interconnessi con la “Mittle Europa” e indispensabili nella catena del valore tedesca. Nella nostra crescita abbiamo iniziato a puntellare l’Italia di mezzo, cerniera tra nord e sud, spesso marginale ma che vanta autentici distretti produttivi d’eccellenza. Seppur colpiti duramente dalle due crisi la nostra regione ha dei distretti da fare invidia”.

Lei è un imprenditore, che sicuramente come tanti altri ha avuto il suo bel da fare in quest’anno. Hai trovato il tempo anche per dare una mano ad altri come te? Cosa la motiva?

“L’anno e mezzo di pandemia, da cui iniziamo a uscire grazie ai successi sul fronte delle vaccinazioni, è stato devastante per larga parte di noi. A livello individuale ci stiamo iniziando a risollevare: il lavoro sta tornando e quando siamo indaffarati, quando non “ripariamo” dal lavoro siamo contenti. Certo, come tanti altri imprenditori di altri settori da questa esperienza dobbiamo fare tesoro. Anche per questo ho deciso di impegnarmi in Anpit che ringrazio per la fiducia e il sostegno”.

Restiamo sul punto della crisi: per tornare a crescere cosa si dovrebbe fare a livello macro e ovviamente più nel piccolo?

“Va da sé che abbiamo principalmente bisogno di pompare liquidità all’interno delle casse delle imprese per sostenere i costi della ripartenza, non solo, è molto importante che lo Stato metta denaro anche nelle tasche delle famiglie affinché possano ripartire i consumi. Questa crisi è una opportunità per riscrivere la burocrazia italiana in materia di impresa. È d’obbligo ora semplificare la vita degli imprenditori, rivedendo il codice degli appalti, riformando la giustizia, ma soprattutto adesso serve un taglio netto ai costi del lavoro e una semplificazione normativa. Tutti si lamentano perché i disoccupati preferiscono prendere il reddito di cittadinanza piuttosto che andare a lavorare, allo stesso modo un ristorante che è stato chiuso un anno e mezzo mal volentieri paga un dipendente 3.000 euro al mese costi compresi; allora in un momento storico come questo, non sarebbe meglio usare i soldi del reddito di cittadinanza per tagliare il costo del lavoro, così che le imprese potranno assumere personale con stipendi dignitosi”.

Abbiamo letto la vostra presentazione nei giorni scorsi e ci ha colpito la vostra attenzione al territorio della Piana

“La Piana è il territorio dove sono cresciuto e per il quale mi sono impegnato fin da giovane. Per una pluralità di motivi questo territorio, tanto prezioso sotto il profilo economico, è “misconosciuto” nei tavoli che contano. Mi sento di dire che la Piana non può essere lo “sgabuzzino” della grande città, è un territorio di congiunzione tra Prato, Pistoia e Firenze, se ragioniamo in termini di conurbazione, oltre che a essere uno dei cuori produttivi di tutta la Regione in quanto a Pil. Un territorio che rappresenta solo l’1,8% di tutta la Regione ma che vanta una concentrazione di aziende manifatturiere, soprattutto a Sesto e Calenzano, e di terziario e servizi elevata che incide – a dati Irpet pre-crisi – molto anche sull’export della regione. Prima la crisi del 2008-2011, che già aveva portato ad una contrazione delle aziende, quindi quella del 2020 con la sua lunga coda, sebbene adesso siamo in fase di rimbalzo, incidono pesantemente. I dati sulla contrazione delle aziende parlano chiaro”.

Cosa fa concretamente Anpit per le aziende? Perché rivolgersi a voi?

“Anpit è un’associazione datoriale che vuole stare fianco a fianco delle nostre imprese. Sostenerle ed aiutarle non è chiedere una tessera (che noi regaliamo) e invitarle ad un paio di convegni. Anpit fa sul serio: ti aiuta nell’accesso al credito, nei bandi, nella crisi d’impresa, che va saputa gestire nei tempi e con le procedure corrette, guardando alle nuove imprese nell’avviamento di start up, nella ristrutturazione, nella formazione, che oggi non può che essere continuativa, attraverso consulenze legali e commerciali, con una vera e propria scuola d’impresa, e molto altro. I nostri servizi sono infiniti e di volta in volta adeguiamo il nostro lavoro alle esigenze dell’associato perché le soluzioni non possono essere standardizzate. Iscriversi ad Anpit significa avere la certezza che in qualsiasi momento l’impresa ha un sostegno concreto per qualsiasi bisogno. Sulla nostra tessera c’è scritto Sos impresa. Questo è il nostro lavoro: aiutare, aiutare per crescere insieme”.

L.S.