Giancarlo Antognoni, la sua vita in uno spettacolo. Sabato 30 aprile al Teatro Il Gorinello

CAMPI BISENZIO – Raccontare Giancarlo Antognoni è come sfogliare le pagine di un libro. Dove ci sono immagini in bianco e nero, altre a colori ma soprattutto c’è tanto sentimento. C’è amore, l’amore di una città verso il proprio capitano e colui che negli anni ne è stato la bandiera. Non solo calcisticamente. Raccontarlo a […]

CAMPI BISENZIO – Raccontare Giancarlo Antognoni è come sfogliare le pagine di un libro. Dove ci sono immagini in bianco e nero, altre a colori ma soprattutto c’è tanto sentimento. C’è amore, l’amore di una città verso il proprio capitano e colui che negli anni ne è stato la bandiera. Non solo calcisticamente. Raccontarlo a teatro consente, queste emozioni, di viverle in prima persona, ripercorrendo, ognuno con la propria testa ma soprattutto con i propri pensieri, quelli che sono stati gli ultimi quarant’anni di vita di ognuno di noi. Per di più proprio a distanza di quarant’anni da quello che è – e resterà – il terzo scudetto, purtroppo solo virtuale, nella storia della Fiorentina.

Tutto questo sarà possibile fra pochi giorni, sabato 30 aprile, al Teatro Il Gorinello quando, per la regia di Mauro Monni (che sarà anche uno dei protagonisti dello spettacolo, inizio alle 21.15) e con la partecipazione di Gabriele Giustri, Fabrizio Mariotti e Adria Villa, andrà in scena “Il ragazzo che giocava guardando le stelle”. Un appuntamento da non perdere per gli amanti della squadra viola ma soprattutto dell’unico 10 (a presentarlo è l’associazione culturale Sine Qua Non ed è ispirato a “Il 10 invidiato dagli Dei” di Gianni Garamanti). Un appuntamento, fra l’altro, che arriva pochi giorni prima di quel fatidico 16 maggio 1982 quando invece andò in scena qualcosa che i tifosi della Fiorentina, e del calcio in generale, non dimenticheranno mai: Catanzaro-Juventus e Cagliari-Fiorentina, arbitri Pieri e Mattei, abbiamo detto tutto.

Una data che poi ha dato vita a quel “Meglio secondi che ladri” che ancora oggi “sventola” come una bandiera nelle case e nei cuori di chi tutto quello l’ha vissuto. E ci ha pianto. Ma quella di sabato prossimo (unica data in programma, prenotazione consigliata, nella locandina tutte le informazioni per accaparrarsi il prezioso tagliando al prezzo di 12 euro) sarà anche l’occasione per rivivere la storia di “Antonio” non solo sul rettangolo verde ma anche nella vita privata, dai primi passi mossi correndo dietro a un pallone fino all’ultima esperienza in Svizzera.

Per raccontare insomma anche il Giancarlo Antognoni uomo. E, come è nelle corde di Mauro Monni, che in questo tipo di spettacoli è un “maestro”, per ripercorrere anche la storia del nostro paese. Emozioni su emozioni e uno spettacolo tutto da gustare. Magari immaginando e ricordando al tempo stesso chi eravamo e dove eravamo quando Antognoni si è infortunato gravemente. O quando gli venne ingiustamente annullato il gol del 4-2, il 5 luglio 1982, ai Mondiali di Spagna contro il Brasile a conclusione di un’azione di gioco bellissima. Mani nei capelli lui, mani bei capelli anche chi scrive, perché allora ce li aveva… Insomma, è inutile dilungarsi: “Unico 10, Antonio unico 10…”.