Gilbarco, mancato accordo al tavolo regionale. Fabiani: “Zero esuberi e futuro certo del sito sono le nostre priorità”

FIRENZE – E’ finita con una rottura la lunga riunione del tavolo dell’Unità di crisi regionale sulla vertenza Gilbarco, l’azienda che ha annunciato una riorganizzazione che porterà sul territorio fiorentino circa 70 esuberi tra lavoratori diretti e somministrati. “Sono sorpreso e amareggiato, avevamo proposto all’azienda, d’intesa con il sindacato, un’attesa di soli dieci giorni per […]

FIRENZE – E’ finita con una rottura la lunga riunione del tavolo dell’Unità di crisi regionale sulla vertenza Gilbarco, l’azienda che ha annunciato una riorganizzazione che porterà sul territorio fiorentino circa 70 esuberi tra lavoratori diretti e somministrati. “Sono sorpreso e amareggiato, avevamo proposto all’azienda, d’intesa con il sindacato, un’attesa di soli dieci giorni per conoscere il piano industriale – dichiara Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente Giani – ma Gilbarco non ha accettato di aspettare un tempo certo e così ridotto che potrebbe evitare costi sociali pesanti; il nostro obiettivo rimane quello di zero esuberi e nuove certezze sul futuro industriale del sito. Con l’avvio della procedura di licenziamento collettivo restano fuori da qualunque percorso di tutela i 38 lavoratori interinali ai quali il 30 giugno prossimo scadrà il contratto. Il tavolo non chiude: resta aperto per trovare una soluzione anche per loro”.

Al tavolo con Fabiani l’assessore Benedetta Albanese per il Comune di Firenze, i rappresentanti sindacali e delle rsu aziendali, i tecnici di Arti. Collegata da remoto la Gilbarco Italia Srl (che fa parte insieme alla capogruppo Gilbarco Veeder-Root della multinazionale americana Vontier), rappresentata dall’amministratore delegato Paolo Sorrentino, assistito da Confidustria Firenze. L’azienda è leader nella fornitura di distributori e sistemi software per punti vendita di carburante, e occupa a Firenze 167 dipendenti più diverse decine tra lavoratori interinali e consulenti.

“Oggi, 5 maggio, – si legge in una nota della Fiom-Cgil Firenze, Prato e Pistoia – si è svolto il primo incontro tenutosi tra Regione, organizzazioni sindacali, Rsu e l’azienda stessa. Nella mattinata erano state indette quattro ore di sciopero per permettere ai lavoratori di partecipare al presidio di fronte al palazzo della Regione in piazza Duomo. Il presidio è stato partecipatissimo, con solidarietà da parte di altre aziende del territorio fiorentino. Il lungo incontro si è concluso soltanto nel tardo pomeriggio. Nemmeno il tavolo istituzionale è riuscito a far retrocedere l’azienda, la quale conferma la volontà di aprire velocemente la procedura di licenziamento collettivo. Dopo diverse ore di confronto in Regione, l’azienda si è resa indisponibile a raccogliere l’invito delle istituzioni a esplorare le condizioni per un percorso condiviso che potesse evitare i preannunciati licenziamenti. Come Fiom Cgil Firenze, Prato, Pistoia e Nidil Cgil Firenze riteniamo gravissima questa posizione che denota anche una mancanza di rispetto verso i lavoratori e verso le istituzioni, le quali, avevano chiesto un riaggiornamento del tavolo nel giro di dieci giorni. Un oltraggio alle istituzioni e ai lavoratori che proviene dall’azienda rappresentata dal vicepresidente di Confindustria Firenze. Dopo l’assemblea con i lavoratori e le lavoratrici, decideremo le prossime iniziative di mobilitazione. Con lo sciopero e il presidio di questa mattina, i lavoratori hanno ribadito la loro completa opposizione alle scelte aziendali.  Non accetteremo questo comportamento offensivo da parte da parte dell’azienda e di Confindustria Firenze, resta inteso che per la Fiom non c’è nessuna disponibilità a trattare alcun licenziamento. Diffidiamo pertanto l’azienda dall’aprire la procedura di licenziamento collettivo”.

Per Nidil Cgil Firenze “la posizione dell’azienda è incomprensibile ed espone ancora di più i 38 lavoratori in somministrazione che perderanno il lavoro al 30 giugno senza la tutela della procedura di mobilità. Per dare una tutela anche a questi lavoratori abbiamo chiesto il mantenimento del tavolo istituzionale presso la Regione”.