Giorno della memoria, Anpi Campi Bisenzio: “Per non dimenticare e per non ricommettere le stesse atrocità”

CAMPI BISENZIO – Il 27 gennaio si celebra il “Giorno della memoria” e l’Anpi Campi Bisenzio – sezione Lanciotto Ballerini organizza una serie di iniziative per testimoniare, ancora una volta, che “senza memoria non c’è futuro”. Si comincia giovedì 27 gennaio alle 18 con la deposizione di un mazzo di fiori ai caduti nei lager […]

CAMPI BISENZIO – Il 27 gennaio si celebra il “Giorno della memoria” e l’Anpi Campi Bisenzio – sezione Lanciotto Ballerini organizza una serie di iniziative per testimoniare, ancora una volta, che “senza memoria non c’è futuro”. Si comincia giovedì 27 gennaio alle 18 con la deposizione di un mazzo di fiori ai caduti nei lager nazisti e in tutte le prigionie presso l’atrio della sala consiliare del Comune di Campi Bisenzio. Sempre giovedì 27 (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18) e sabato 29 (dalle 15.30 alle 17), presso la sede dell’Anpi, in piazza Matteotti 25 a Campi Bisenzio, mostra fotografica sui deportati di Campi Bisenzio e letture tratte da opere di Primo Levi e da testimonianze di deportati locali.

Sempre in riferimento al “Giorno della memoria”, riceviamo e pubblichiamo questo intervento dell’Anpi Campi Bisenzio Lanciotto Ballerini

Nel corso della seconda guerra mondiale furono circa 40.000 gli italiani che furono rastrellati dai fascisti della Repubblica Sociale o dalle truppe tedesche di occupazione per poi essere deportati nei Lager nazisti in tutta Europa, costruiti per l’eliminazione fisica di milioni di uomini, di donne e di bambini: oppositori politici, ebrei, zingari, omosessuali, testimoni di Geova, gli “asociali”, le persone con disabilità e tutte e tutti coloro che si opponevano ai regimi fascista e nazista. Tra i deportati italiani, circa 8.000 furono ebrei e circa 30.000 i partigiani, le antifasciste e i lavoratori, questi ultimi arrestati soprattutto dopo gli scioperi del marzo 1944. Solo uno su 10 fece ritorno a casa: il 90% morì nei campi di sterminio, quei campi che furono costruiti anche in Italia, si pensi, tra gli altri, al campo di transito di Fossoli, a quello di Bolzano, alla Risiera di San Sabba a Trieste, diventato presto un campo di sterminio. Anche Campi Bisenzio non fu immune da questa tragedia: dopo gli scioperi del marzo 1944, a  Firenze centinaia di operai furono rinchiusi nel convento delle Suore Leopoldine in piazza Santa Maria Novella, per poi essere deportati l’8 marzo nel campo di concentramento di Mauthausen, tra di loro c’erano 12 cittadini di Campi Bisenzio. Non possiamo non ricordare i loro nomi: Felice Alessi, Otello Mariotti, Raffaello Bacci, Carlo Nannucci, Bruno Paoletti, Nazzareno Capaccioli, Angiolino Collini, Parisio Signorini, Michele Ciampolini, Gino Sugherelli, Tebaldo Franceschini e Ugo Ballerini; soltanto Raffaello Bacci farà ritorno a casa, segnato per sempre dalle atrocità vissute. È doveroso ricordare anche i soldati campigiani imprigionati nei campi di sterminio: Marino Cambi, Franchino Cecconi, Lido Ciulli, Bruno Corsi, Enzo Fondi, Brunetto Frati, Marisio Innocenti, Dino Magnolfi e Paolino Scuffi. La nostra sezione invita tutti a ricordare e a riflettere sul senso del “Giorno della memoria”, su quello che l’essere umano è riuscito a fare, su ciò che l’essere umano potrebbe ancora tornare a fare e fa, nelle varie parti del mondo, si pensi ai lager libici, all’Afghanistan, alla Palestina, al popolo Saharawi e a tutti e tutte quelle che la storia dimenticherà e che il silenzio dei media uccide per la seconda volta. Nessuno è immune, ammoniva Primo Levi. Non c’è futuro senza memoria, affermiamo con forza anche noi, prima che ci si abitui alla banalità del male, come sosteneva Hannah Arendt. L’odio uccide, l’indifferenza pure”.