Giramondo. Alla scoperta di Israele con una guida speciale

CALENZANO – Viaggiare è un modo per conoscere non solo i luoghi ma anche le persone. Giramondo, ovvero Maria Coscarelli ha ripreso le valige e questa volta è partita alla volta di Israele. Ecco il suo racconto. “Viaggiare per me è sempre un sogno che si concretizza, che diventa realtà: la mia realtà. Ho sempre […]

CALENZANO – Viaggiare è un modo per conoscere non solo i luoghi ma anche le persone. Giramondo, ovvero Maria Coscarelli ha ripreso le valige e questa volta è partita alla volta di Israele. Ecco il suo racconto.

“Viaggiare per me è sempre un sogno che si concretizza, che diventa realtà: la mia realtà.
Ho sempre sognato di viaggiare. Da piccola gli anni di scoutismo, di azione cattolica, ma, soprattutto, di frequentazione della mia mamma e della chiesa mi hanno fatto innamorare di una terra lontana. Quella che qui chiamano Holyland. Noi: “Terra Santa”.
Come ho sempre detto i viaggi sono un’evasione per il corpo, ma questo è davvero un’evasione per lo spirito. Perché ti apre le porte verso il crocevia fra Europa, Africa e Asia. Verso quella terra dove Cristianesimo, Ebraismo e Islamismo hanno visto nascere le loro radici e crescere i loro germogli. Terra di preghiere, di rinascita, di emozioni profonde, ma anche di lotte, di sangue, di pianto.
Sono finalmente riuscita a partire per incontrare, scoprire, conoscere e vivere i sogni di una bimba che un giorno recitò:”Prometto a Dio di fare del mio meglio…”
Questo viaggio l’ho scelto ad occhi chiusi, perché sapevo già che il mio cuore mi portava là.
Ma so di essere una “ex ragazza” fortunata, perchè quando ascoltavo un professore parlare di Terra Santa, di Goffredo di Buglione, di Crociate…speravo di poter visitare questo luogo con lui, Guida davvero particolare. Anche questo mio sogno si è trasformato in una indimenticabile realtà.
Appuntamento a Roma con la nostra Guida e Antonella, della Casa Editrice Il Mulino, che organizza queste partenze così singolari con Viaggi di Cultura. Volo per Tel Aviv.
Poche ore è i miei piedi passeggiano su terra israeliana.
Tutto è più veloce del previsto: bagagli, dogana, incontro guida arabo-israeliana e Gerusalemme. Sul pulmino, che ci porta in questa città, ascolto la prima delle massime della nostra Guida: “Israele è un paese disordinato, ma con le regole”.
È una settimana intensa, perché qui il tempo per visitare tutto dovrebbe essere infinito.
Ma ogni attimo è pieno, ogni attimo è un arricchimento personale. E ogni luogo, legato alla religione, una emozione e una gioia spirituale.
Inginocchiarmi davanti a dove è sepolta Maria, dove è nato un bambinello fra il freddo e il gelo, dove a 33 anni è stato crocifisso, sfiorare con le mani la pietra dove è stato poggiato, dopo aver percorso la Via Dolorosa, con le mani grondanti di sangue e con una corona di spine, visitare il Santo Sepolcro, il Cenacolo, il Monte degli Ulivi, il Getsemani e in ogni luogo isolarmi per qualche minuto, mi ha fatto vivere un’emozione che non so descrivere, un’emozione che mi ha riempito il cuore e che porterò per sempre con me!
Ma Gerusalemme è anche altre religioni. La Spianata del Tempio con la moschea la Cupola della Roccia, la terza più importante dopo La Mecca e Medina, è un luogo di preghiera, ma anche, purtroppo, di contesa e di sfide. Il quartiere arabo è in movimento continuo. Gente che va, gente che viene, bimbi che urlano per le loro mercanzie, baracchini che fanno deliziose spremute, quella al melograno mi ha rinfrescato spesso nella calura di questo giugno.
Il mondo musulmano oggi ha fatto suo il concetto di Wuatán (Nazione) e si sente nell’aria che amano il loro Paese. Voglio comprare una bandierina per la mia collezione e un giovane, simpatico e panzuto, ne resta sorpreso e con un sorriso disarmante mi dice: “Sono felice che tu voglia comprare la mia bandiera: prendila! È un mio regalo per te!” Resto senza parole e continuo sorridendo fra me e me fra questo vicoli strettissimi e odoranti di spezie…
Dal caos palestinese, ma vero, autentico, passeggiando entro in un altro mondo. Si vede concretizzare il paese nato nel 1948 con le parole di Ben Gorion, colui che assunse l’incarico di Primo Ministro d’Israele. Si inizia a respirare il modo ebraico. Tutto è curato, tutto è ben organizzato. Ma vedere i bambini con pantaloni neri, camicina bianca, la kippah (il cappellino ebreo) sulla testa, i payot, i 2 boccoli che dondolano accanto alle orecchie, le tzitziot, ovvero: le frange che gli pendono da sotto la camicia, devo confessare che questo mi ha impressionato, ma non positivamente.
I miei occhi hanno goduto visitando il Museo di Israele, peccato che sia vietato scattare foto: la mia macchina fotografica mi avrebbe ringraziato!
I miei occhi si sono riempiti di tristezza visitando il Memorial dedicato all’Olocausto. Per l’ennesima volta mi sono chiesta: ma perché è successo tutto questo? E mi è rivenuta in mente una frase letta anni fa,  quando visitai uno di quei luoghi dove milioni di persone hanno sofferto e hanno chiuso gli occhi per sempre: “ Dio, se esisti, di questo, un giorno, dovrai rendermene conto”. Come ci vorrebbero giorni per visitare tutto, ci vorrebbero parole infinite per raccontare questo paese. Questi 2 paesi.
Un paese dove si può scherzare e un altro dove non ho visto scherzare e dove ho visto trattarmi con una leggera arroganza: un mondo strano, lontano anni luce dal mio modo di essere.
Un viaggio in questo angolo del mondo se non è solo spirituale ti fa rientrare con il cuore e con la testa pieni di sentimenti contrastanti.
Ma per me sarà un ricordo bellissimo. Perché dopo una giornata di visite e una doccia rigenerante: arriva un momento davvero indimenticabile. Arrivano i racconti pomeridiani della nostra particolarissima Guida!!
Queste “chiacchiere” sono bellissime. Sfioro la storia. Arrivo a toccarla. La sento una delizia per le mie orecchie. Sembra una favola bellissima, anche se a volte triste! Questa favola che mi ha avvicinato a questo mondo, che mi ha fatto conoscere questa travagliata terra, che mi ha riavvicinato a un Dio amato e un po’ dimenticato… questa favola di chi pensa che possano esistere dei figli di un Dio minore e quelli di un Dio maggiore, questa favola me l’ha raccontata un fiorentino doc, narratore meraviglioso di un mondo passato, di un mondo presente, di un mondo futuro, un uomo buono e generoso, una Guida d’eccellenza per un viaggio di cultura. Questa favola me l’ha raccontata Franco Cardini, il mio Professore”.

Maria Coscarelli