Gkn: annunciata la chiusura immediata a Campi Bisenzio, oltre 400 famiglie per strada. Calosi (Fiom Cgil): “Noi non firmeremo alcun licenziamento”

CAMPI BISENZIO – Mattinata di caos, oltre che per il traffico, anche alla Gkn di Campi Bisenzio. Ore frenetiche quelle di questa mattina su cui sono intervenuti Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil Firenze e Prato, e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil. Ore frenetiche perché la multinazionale britannica che produce semiassi per diverse […]

CAMPI BISENZIO – Mattinata di caos, oltre che per il traffico, anche alla Gkn di Campi Bisenzio. Ore frenetiche quelle di questa mattina su cui sono intervenuti Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil Firenze e Prato, e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil. Ore frenetiche perché la multinazionale britannica che produce semiassi per diverse case automobilistiche ha comunicato ai suoi dipendenti la chiusura immediata del sito di Campi Bisenzio mettendo così per strada più di quattrocento famiglie. La comunicazione è arrivata loro questa mattina e adesso i lavoratori sono in assemblea permanente.

“Una doccia fredda terribile stamattina. La Gkn di Campi Bisenzio ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per tutti i propri dipendenti, assumendosi la responsabilità di un enorme danno sociale, lasciando senza lavoro 422 lavoratori, oltre che economico con conseguenze nefaste per tutto l’indotto. Sembra la scena di un film già visto con il caso della Bekaert: una scelta “criminale” di una multinazionale che conferma ancora una volta, se c’è ne fosse bisogno, che i datori di lavoro vogliono che il costo di questa crisi ricada sulle persone che per vivere devono lavorare.  Un comportamento intollerabile, di una azienda associata a Confindustria, anche alla luce dell’avviso comune firmato dalle parti sociali e dal Governo lo scorso 29 giugno e dei meccanismi di gestione delle crisi previsti dalla legge e dal contratto nazionale”.

“Come Fiom – aggiungono – chiariamo subito che non firmeremo alcun licenziamento: non possiamo accettare che si consumi l’ennesimo dramma sociale che, inoltre, avrebbe  importanti ripercussioni per tutto il tessuto economico e produttivo fiorentino che non può permettersi di incassare l’ennesimo attacco alle sue professionalità e non può accettarlo tutta la comunità fiorentina, dai cittadini alle istituzioni politiche e sociali.  Per questo chiediamo all’azienda il ritiro immediato della procedura di licenziamento e l’attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente e alle istituzioni politiche la convocazione del tavolo al Ministero dello sviluppo, coinvolgendo la Regione Toscana e le istituzioni locali”.

Su quanto sta succedendo a campi in queste ore è intervenuto anche Potere al Popolo: “E’ una scelta che era già nell’aria, da quando, dal 2018, la Gkn fu acquistata da un fondo di investimento finanziario, la Melrose Industries. A dispetto del nome, la Melrose non si occupa di industrie, bensì di titoli finanziari. I suoi dirigenti non avrebbero nessuna competenza, né alcuna volontà di occuparsi di come si produce un semiasse e come si piazza sul mercato. Il loro unico scopo sarebbe dunque far guadagnare gli investitori che hanno comprato quote rilevanti dei titoli Gkn. Per far incrementare il rendimento di un titolo bisogna abbattere i costi reali di produzione, e da che mondo è mondo c’è un solo modo per farlo in tempi rapidi: tagliare il costo del lavoro. Già un anno fa, nel 2020 e in piena pandemia, a Birmingham, l’azienda licenziava 185 lavoratori su 600, senza accedere agli ammortizzatori sociali di cui pure avrebbe potuto fare uso vista la crisi pandemica. Non lo ha fatto e proverà a non farlo per un semplice motivo: per far salire il rendimento del titolo finanziario occorre licenziare una quota di operai prima di rivendere il titolo”.

“Sarà un caso – continua il comunicato – ma a Campi Bisenzio esistono condizioni particolari che una holding finanziaria di questo tipo considererebbe antieconomiche: nello stabilimento di via Fratelli Cervi, infatti, i lavoratori non hanno mai “piegato la testa”, qualche anno fa sono perfino riusciti a strappare l’applicazione dell’articolo 18 anche dopo l’approvazione del Jobs Act e ancora oggi costituiscono un esempio di organizzazione e dignità”.

“Lo sblocco dei licenziamenti sta facendo dei danni irreparabili, – dicono Giuliano Granato, portavoce di Potere al popolo, e Francesca Conti, coordinatrice fiorentina – in assenza di una pianificazione pubblica degli investimenti post-Covid, in assenza di tutele e garanzie per i lavoratori (proprio oggi è stato nuovamente liberalizzato il contratto a tempo determinato), soprattutto in assenza di qualsiasi deterrente per le imprese che licenziano solo per accrescere i dividendi dei propri azionisti lo sblocco dei licenziamenti permette di licenziare lavoratori più tutelati assumendo nuove maestranze più precarie. Dove sono quei partiti e quei soggetti che hanno spacciato l’intesa tra governo-Confindustria-sindacati confederali come un ottimo accordo?”.