Gkn, da Campi il netto no di “un intero territorio a una decisione inaccettabile e a un metodo tracotante”

CAMPI BISENZIO – Mentre a Firenze è ancora in corso il presidio dei lavoratori della Gkn di fronte alla sede della Prefettura, all’interno della quale era stato convocato un tavolo di confronto, alla presenza del vice-ministro Alessandra Todde, per analizzare la vicenda dell’azienda campigiana, è arrivata una netta presa di posizione da parte del Tavolo […]

CAMPI BISENZIO – Mentre a Firenze è ancora in corso il presidio dei lavoratori della Gkn di fronte alla sede della Prefettura, all’interno della quale era stato convocato un tavolo di confronto, alla presenza del vice-ministro Alessandra Todde, per analizzare la vicenda dell’azienda campigiana, è arrivata una netta presa di posizione da parte del Tavolo dello sviluppo economico di Campi Bisenzio, formato da Cgil, Cisl, Uil, Cna, Confesercenti, Confartigianato, Sindacato Nazionale Agenti Assicurativi, Confcommercio, Federalberghi Prato e Firenze, Commissione Lavoro Comune di Campi Bisenzio: “Una decisione di questo tipo è inaccettabile fin dal suo metodo tracotante: non è pensabile che l’azienda possa unilateralmente decidere, senza alcun preavviso, una chiusura che mette a repentaglio il futuro dei lavoratori e l’intera tenuta sociale del nostro territorio. Abbiamo sempre cercato di proporre un modello di sviluppo che conciliasse produttività, sostenibilità e rispetto dei lavoratori e della comunità di cui essi fanno parte”.

“Senza  affrontare congiuntamente il problema, – continua il comunicato – si lancia un segnale gravissimo non solo al nostro territorio, ma a un mondo del lavoro che dovrebbe essere coeso per una stagione di rilancio economico tanto attesa quanto necessaria. Se aspiriamo a un modello sostenibile per l’ambiente, la comunità e il territorio, questo è esattamente ciò che non deve essere fatto. E le forze sociali, produttive e culturali di Campi Bisenzio non possono accettarlo, perché mina la stessa idea di tessuto sociale a cui tutte le parti aspirano. È un intero territorio che si rivolta a questa scelta unilaterale: non soltanto per le conseguenze concrete nella vita di centinaia di famiglie, ma anche per il progetto di qualità e il percorso di sviluppo che da tempo sono stati intrapresi e che vengono minacciati. Tutte le forze del territorio devono opporsi a queste decisioni, tanto più vista l’extraterritorialità e la scarsa sensibilità che aziende simili hanno spesso mostrato per la realtà in cui sono immerse. A Campi Bisenzio c’è un progetto di sviluppo sostenibile a livello economico, ecologico e sociale che non può sopportare una simile situazione”.