Gkn: delocalizzazione delle aziende, il Consiglio regionale dice no all’unanimità

FIRENZE – Il Consiglio regionale della Toscana si è espresso con un sì unanime sulla proposta di risoluzione, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, che impegna la giunta regionale ad attivarsi con il Governo per un intervento normativo contro le delocalizzazioni delle aziende. Tre i punti fondamentali dell’atto, presentato, in Aula dalla presidente della commissione […]

FIRENZE – Il Consiglio regionale della Toscana si è espresso con un sì unanime sulla proposta di risoluzione, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, che impegna la giunta regionale ad attivarsi con il Governo per un intervento normativo contro le delocalizzazioni delle aziende. Tre i punti fondamentali dell’atto, presentato, in Aula dalla presidente della commissione Sviluppo economico, Ilaria Bugetti (Pd): si chiede alla giunta regionale di attivarsi per quanto di propria competenza con l’auspicio che ciò possa portare a una immediata revoca dei licenziamenti collettivi alla Gkn e per monitorare l’evolversi della situazione; di impegnarsi nei confronti del Governo perché venga approvata quanto prima la proposta di legge depositata, inserendo i contenuti della proposta di risoluzione e, nel caso, di valutare l’opportunità di predisporre, nel merito, una proposta di legge toscana al Parlamento. Si chiede inoltre che venga introdotto un apparato sanzionatorio adeguato per quelle aziende che, pur avendo ricevuto contributi pubblici, decidono di trasferire altrove le produzioni e che venga fornita la massima garanzia a tutela dei posti di lavoro. Si chiede infine di valutare l’opportunità di dare un diretto contributo alla formazione di una normativa nazionale finalizzata a contrastare al massimo le delocalizzazioni delle aziende dal territorio nazionale.

La procedura di licenziamento collettivo alla Gkn ha interessato 355 operai, 67 impiegati, 16 quadri e 4 dirigenti, per un totale di 422 lavoratori dipendenti a tempo indeterminato dell’azienda e ha comportato, di conseguenza, la cessazione delle attività di una realtà industriale che affonda le sue radici nella storia fiorentina e che non presentava segnali di crisi.

“Non si tratta solo dei lavoratori della Gkn – ha detto la presidente Bugetti – ma di impedire che questo accada in altre aziende della Regione, del nostro territorio e possa mettere in ginocchio il nostro distretto imprenditoriale”. Come ha ricordato, nella risoluzione si riporta il documento approvato dall’assemblea permanente delle lavoratrici e dei lavoratori di Gkn Firenze nel quale si evidenziano otto principi fondamentali che dovrebbe contenere un provvedimento legislativo nazionale in tema di contrasto alla delocalizzazione.

“E’ un atto dal valore alto e non immediatamente concreto, ma forte e di presa di posizione. Come Regione alziamo i toni per sensibilizzare i tavoli del Ministero dello sviluppo economico e del Lavoro, il Governo e l’Europa. Abbiamo distinto – conclude Bugetti – tra imprese che lavorano sul territorio in modo corretto e imprese che depauperano il territorio. Abbiamo preso l’impegno di monitorare la situazione e di stare al fianco dei lavoratori che ci hanno detto siete in prova, ci fidiamo della Regione, ma chiediamo che siano fatti gli atti che sono stati promessi”.

“Abbiamo criticato ogni passaggio di questa vicenda – ha commentato Vittorio Fantozzi (FdI) – e come era doveroso abbiamo espresso vicinanza alle famiglie coinvolte. Nel tessuto industriale toscano prevalgono gli atteggiamenti degli imprenditori virtuosi, dobbiamo quindi ricordarci non solo di punire i comportamenti scorretti ma anche di incentivare gli investimenti in casa nostra a tutela della produzione nazionale”.

“Un grande risultato per i lavoratori che da mesi presidiano la fabbrica e del sindacato, che ha indotto il tribunale del lavoro a revocare i licenziamenti” – ha detto Irene Galletti (M5S). “Non si può permettere agli imprenditori che hanno smarrito il senso della responsabilità sociale di abbandonare i lavoratori e l’economia di territori interi”. Galletti ha ricordato che “negli ultimi due anni sono stati stanziati per le imprese 115 miliardi di euro tra aiuti diretti, misure di settore e sgravi fiscali e poi 32 miliardi per gli ammortizzatori sociali e misure di decontribuzione. Queste cifre dicono quanto l’impresa in Italia abbia avuto un sostegno forte dagli ultimi due governi e che adesso deve ricambiare con senso di responsabilità sociale”.

“La tutela del lavoro e della dignità delle persone non ha colore politico, ecco perché anche noi sosteniamo questo documento” ha commentato Elisa Tozzi (Lega). Tozzi ha ricordato “la necessità di intervenire dove ci siano situazioni patologiche” ma anche di “non dimenticare di fare sostegno all’attività di impresa che è un elemento trainante per la Regione”. Tozzi ha espresso sostegno anche a chi dà lavoro in modo corretto: “Esiste chi in Toscana ha investito e dà lavoro ma troppo spesso è stato ‘spremuto’ da una pesante pressione fiscale”.

Marco Stella (FI) ha definito “quello che è accaduto impensabile, inaccettabile e moralmente deprecabile”. Secondo Stella “occorre capire quali strumenti abbiamo per far sì che ciò non riaccada”. “Il tema – ha proseguito – è la prospettiva” e “non si devono demonizzare nemmeno tutte le multinazionali che in Italia investono” ma “far sì che si delocalizzi il meno possibile”. “C’è da capire perché gli imprenditori vanno via, e bisogna contestualizzare i fatti con ciò che succede in Europa. Se chiediamo il salario minimo in tutta Europa, dobbiamo chiedere anche le stesse tasse sul lavoro”. “Siamo convinti – ha concluso Stella – che le multinazionali che investono in questo Paese siano una risorsa”.

“I lavoratori della Gkn ci stanno dando una grande lezione di unità, determinazione, unione, organizzazione, motivazione – ha detto Silvia Noferi (M5S) – sia nella grande manifestazione organizzata a Firenze e anche nella capacità di resistere alle intimidazioni e alla mancanza di certezze”.

Massimiliano Pescini (Pd) ha aggiunto: “Occorre una legge per la responsabilità sociale, offrendo a tutti coloro che investono un quadro di garanzie ed incentivi che va rispettato da chi fa impresa”. “Dobbiamo agire su due fronti: dare la possibilità di creare lavoro” e “pretendere rispetto per lo Stato nazionale, per le autonomie locale e per i lavoratori”.

Stefano Scaramelli (Iv) ha parlato di “un atto positivo e unanime”. “Il nostro è un dovere istituzionale – ha detto – che però non può esimersi da un’assunzione di responsabilità politica come l’abbattimento della burocrazia, la facilitazione degli insediamenti, l’alleggerimento degli oneri a carico delle imprese e anche la possibilità di instaurare rapporti dialettici con le multinazionali e le aziende”. Scaramelli ha ribadito che “l’attenzione al lavoro deve essere un richiamo forte”, ma “dovremmo assumerci qualche forma di responsabilità”.

A concludere il dibattito, l’intervento del presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, che ha espresso un sincero ringraziamento a tutte le forze politiche per la sensibilità espressa. “Quando le istituzioni sono compatte diamo un segnale di grande forza e per i lavoratori è importante sentire che le istituzioni sono vicine. Questa è buona politica e dobbiamo ribadire che esiste un’unica grande ossessione: quella per il lavoro”.