Gkn, il sindaco Fossi: “Basta chiacchiere, vogliamo chiarezza”. E la Regione e i sindacati rincarano la dose

CAMPI BISENZIO – Come un vulcano che è stato per un po’ di tempo fermo, e adesso sta per tornare a “eruttare”, la vicenda della Gkn e dei lavoratori che dallo scorso mese di luglio stanno portando avanti la loro battaglia, è tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi giorni. Lo dimostra, dopo la lettera di […]

CAMPI BISENZIO – Come un vulcano che è stato per un po’ di tempo fermo, e adesso sta per tornare a “eruttare”, la vicenda della Gkn e dei lavoratori che dallo scorso mese di luglio stanno portando avanti la loro battaglia, è tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi giorni. Lo dimostra, dopo la lettera di ieri dell’azienda, la presa di posizione del sindaco di Campi, Emiliano Fossi, seguito a ruota dal presidente della Regione, Eugenio Giani, e da quella dei sindacati.

“La lettera di ieri dell’azienda – scrive Fossi su Facebook – è inaccettabile. Attivare la cassa per cessazione, quindi i licenziamenti, ventilando offerte vaghe per la reindustrializzazione non offre alcuna garanzia. Non vogliamo un’altra Bekaert e non ci bastano impegni fumosi: vogliamo chiarezza, la pretendiamo dall’azienda ma in primis dalle istituzioni, a partire dal Ministero. Non si tratta sulle buone intenzioni di soggetti inaffidabili: abbiamo bisogno di certezze e prospettive chiare, come hanno giustamente chiesto le rappresentanze dei lavoratori. Se pensano di prenderci per stanchezza si rassegnino, ci troveranno così, sempre e per sempre dalla stessa parte: con i lavoratori, per tutti noi”.

“Al tavolo nazionale – come riporta l’agenzia Dire – la posizione della Regione Toscana sarà quella democraticamente decisa dall’assemblea dei lavoratori. Io sono al loro fianco”. Sul futuro della vertenza che più di tutte si impone sull’agenda della politica locale, il governatore Eugenio Giani affida la palla della partita agli operai. Al presidio di tute blu che da luglio vegliano lo stabilimento di Campi Bisenzio. Lo dice rivolgendosi direttamente al governo: “Giudico interessante il fatto che siano arrivate tre, quattro offerte”, tuttavia, ecco l’invito all’esecutivo, “la strada migliore da seguire” va imboccata “confrontandosi con i lavoratori dell’azienda e con le loro rappresentanze sindacali”. La Regione, ribadisce anche Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e le crisi aziendali del presidente Giani, “sta con il sindacato. L’azienda deve comprendere una volta per tutte che non siamo ancora dentro un negoziato. Prima di aprirlo bisogna riparare al danno che è stato arrecato ai lavoratori e al territorio”. Inoltre, aggiunge, “i processi di reindustrializzazioni sono complicati: non si fanno con gli annunci, ma con il lavoro e la chiarezza. Ora vogliamo capire qual è il lavoro che l’advisor” nominato dall’azianda “ha fatto e chi sono i soggetti che si sono affacciati”. E queste cose “devono essere dette all’unico tavolo in cui è possibile fare un confronto: quello istituzionale allestito al Mise che chiediamo sia convocato il prima possibile”.18-11-21

Giani, quindi, conclude soffermandosi sulla legge anti-delocalizzazioni: “Sono convintissimo che sia necessaria. C’è un governo sostenuto da una larga coalizione e ci sono forze politiche che, quando il ministro Orlando e la sottosegretaria Todde hanno presentato la misura, hanno messo dei freni e degli ostacoli. A mio giudizio, invece, è una legge necessaria perché in Italia e in Toscana abbiamo multinazionali che fanno il loro dovere e sono un esempio, penso ai 6.000 posti di lavoro della Baker Hughes tra gli stabilimenti del Nuovo Pignone a Firenze, di Massa e di Avenza. Tuttavia, ci troviamo di fronte anche a casi come quello del fondo Merlose” che controlla la Gkn. “Conseguentemente una legge che contrasti le delocalizzazioni selvagge ci vuole”.

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd, Fausto Merlotti: “Da parte della proprietà dello stabilimento di Campi Bisenzio c’è bisogno di chiarezza. Annunciare l’arrivo di proposte senza coinvolgere né i lavoratori, né le istituzioni, né i sindacati chiedendo, invece, di accettare entro la fine dell’anno l’avvio della cassa integrazione per cessazione di attività è semplicemente inaccettabile. C’è in gioco il rispetto di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie, delle istituzioni e dei sindacati, da mesi mobilitati per salvaguardare il futuro dello stabilimento e di un intero territorio. Continueremo a stare al fianco delle donne e degli uomini della Gkn, e dei sindacati che giustamente chiedono all’azienda di non giocare sulla pelle dei lavoratori e di presentare nelle sedi opportune e alla presenza di tutti gli attori coinvolti soluzioni industriali che garantiscano continuità occupazionali. Continuiamo anche a chiedere il ritiro della liquidazione e la ripresa delle attività di lavoro, strumenti necessari per aprire una trattativa in grado di assicurare continuità nei livelli occupazionali e nella produzione. Non accetteremo soluzioni al buio che non prevedano, come prima cosa, la tutela del lavoro”.

”L’incontro convocato dai dirigenti del Mise a cui ha partecipato anche Invitalia è stato tempestivo, ma pesa l’assenza del ministro e del vice-ministro a fronte delle comunicazioni unilaterali della Gkn che chiamano direttamente in causa le istituzioni disattendendo gli impegni presi nell’incontro del 7 ottobre. Gkn con la missiva del 17 novembre ha invece confermato il fatto che non ha modificato la propria posizione: liquidazione e licenziamenti entro l’anno”: lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze e Prato, e Silvia Spera, Area politiche industriali per la Cgil nazionale. “La Fiom e la Cgil – dicono i sindacalisti – hanno chiesto, e il Mise ha convenuto, che entro inizio della prossima settimana sia adottato un percorso di confronto tra istituzioni a tutti i livelli e sindacato. Sindacato e lavoratori hanno rispettato gli impegni presi, hanno avanzato proposte e messo a disposizione del Mise e di Invitalia le proprie competenze e conoscenze chiarendo che dovevano essere chiare le regole di ingaggio per la ricerca di soluzioni industriali e occupazionali. Per la Fiom e la Cgil è indispensabile, a fronte della lettera della Gkn, impedire la riapertura della procedura per il licenziamento dei lavoratori e scoprire le carte sulla continuità occupazionale e industriale dello stabilimento di Campi Bisenzio. L’incontro del 7 ottobre doveva aprire una trattativa, che però non è mai partita, è ora che siano i ministri dello sviluppo economico e del lavoro in prima persona a prendere in mano la vertenza. È finito il tempo delle dichiarazioni, senza atti concreti i lavoratori potrebbero essere licenziati come in altre crisi industriali”.

“Gkn se ha davvero proposte industriali e non solo sulla carta che garantiscano la continuità occupazionale smetta di giocare con gli annunci e li metta in chiaro – sottolineano – nelle sedi istituzionali, a partire da Mise e Invitalia. Al Mise chiediamo verifica, trasparenza e garanzie sugli investitori potenziali e sui piani per confrontarci anche con Invitalia sulla fattibilità delle proposte. Per la tutela dello stabilimento e dell’occupazione la Fiom e la Cgil chiedono il ritiro della liquidazione e la ripresa delle attività di lavoro per creare le condizioni per una trattativa vera. Non siamo disponibili a parlare di ammortizzatori sociali senza conoscere prima l’entità e la validità delle proposte di reindustrializzazione dichiarate dall’azienda e respingiamo nuovamente la proposta di utilizzo della cassa integrazione per cessazione”.