Gkn, la strada del decreto anti delocalizzazioni si fa “accidentata”. Ma il vice-ministro Todde non ci sta

CAMPI BISENZIO – Da una parte il ministro Giorgetti, dall’altra il ministro Orlando e il vice-ministro Todde. Nel mezzo, però, rischiano di finirci in primo luogo i lavoratori della Gkn ma anche tutti coloro che sono occupati in aziende che stanno vivendo una situazione (paradossale) come quella della stessa Gkn. La strada del decreto anti […]

CAMPI BISENZIO – Da una parte il ministro Giorgetti, dall’altra il ministro Orlando e il vice-ministro Todde. Nel mezzo, però, rischiano di finirci in primo luogo i lavoratori della Gkn ma anche tutti coloro che sono occupati in aziende che stanno vivendo una situazione (paradossale) come quella della stessa Gkn. La strada del decreto anti delocalizzazioni, infatti, come riportato fra ieri e oggi da più parti, si fa sempre più accidentata e difficilmente arriverà sul tavolo del premier Mario Draghi così come l’avevano pensato il ministro del lavoro del Pd, Andrea Orlando, e il vice-ministro al Mise, Alessandra Todde, del M5S. E non solo per le parole del leader di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha bocciato pubblicamente la bozza messa a punto per fermare le imprese in fuga dall’Italia. Al tavolo c’è un convitato di pietra che finora è rimasto in silenzio: Giancarlo Giorgetti. Per lui il testo Orlando-Todde di fatto “non esiste”. Alla base di quello che diventa ogni giorno che passa un problema sempre più grande, sembra ci sia il mancato coinvolgimento proprio di Giorgetti, che “non conoscerebbe quella bozza che è uscita ripetutamente sui giornali perché lui non l’ha vista”, si legge su “La Stampa” di ieri.

Il decreto anti delocalizzazioni, tuttavia, sarà fra le priorità del governo a settembre, insieme a riforma fiscale, legge sulla concorrenza e nuovi ammortizzatori sociali: Palazzo Chigi certamente non starà a guardare e darà un indirizzo per trovare una soluzione condivisa. Probabile che la discussione possa essere affrontata anche al tavolo con le parti sociali.

Nei giorni scorsi, anche il sindaco di Campi, Emiliano Fossi, aveva fatto sentire la propria voce: “Ho accolto in fabbrica cittadini, sindaci, parlamentari, ministri, associazioni, artisti: un mondo che ci ha sorpreso per generosità e vicinanza. Ora però è tempo che la solidarietà diventi battaglia politica. Quel che è successo qui, al cementificio Sacci di Greve, alla Bekaert di Figline, non deve accadere più da nessuna parte. È tempo di nuove leggi che mettano al centro le persone; di smettere di contrapporre ambiente e lavoro. È tempo per la politica. Il mio è un appello ai sindaci toscani: lottiamo insieme per i nostri territori, per il lavoro e lo sviluppo. E un appello a Enrico Letta: il Pd scuota il Governo e dia battaglia perché le trasformazioni dei prossimi anni mettano al centro lavoratori e ambiente”.

“Io lavoro sempre in trasparenza, – queste invece le parole del vice-ministro Todde – lavoro in condivisione con gli uffici di struttura del Mise, la bozza è stata chiaramente condivisa con tutti giorni fa. Ripeto, lavoro in trasparenza e non ho problemi a relazionarmi con il ministro Giorgetti con cui stiamo facendo un buon lavoro. Stiamo discutendo di una bozza, stiamo ancora alle fasi preliminari, le polemiche lasciamole fuori. Ribadisco però che chiunque dica che questa è una proposta anti impresa, credo non abbia letto la bozza in maniera accurata”.