Gkn: nel giorno di Landini, è il sindaco Fossi a dare un ulteriore “scossone”: “Non ci muoveremo da qui”

CAMPI BISENZIO – Nel giorno della visita del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alla Gkn di Campi Bisenzio, sono soprattutto le parole del sindaco di Campi, Emiliano Fossi, a dare un ulteriore “timbro” alla “battaglia” che gli oltre 500 lavoratori dell’azienda stanno portando avanti dal 9 luglio scorso. Ovvero dal giorno in cui hanno […]

CAMPI BISENZIO – Nel giorno della visita del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alla Gkn di Campi Bisenzio, sono soprattutto le parole del sindaco di Campi, Emiliano Fossi, a dare un ulteriore “timbro” alla “battaglia” che gli oltre 500 lavoratori dell’azienda stanno portando avanti dal 9 luglio scorso. Ovvero dal giorno in cui hanno ricevuto una e-mail che annunciava il loro licenziamento. Questa mattina, infatti, come ha riportato il quotidiano “La Nazione”, è emerso che “l’azienda, con una lettera, ha chiesto lo sgombero e l’accesso alla fabbrica. Noi – ha scritto il sindaco Fossi sulla propria pagina Facebook – chiediamo invece che cancellino i licenziamenti e che si siedano al tavolo del Ministero. E chiediamo che a quel tavolo si sieda il ministro Giorgetti, perché i vertici dell’azienda devono avere davanti i vertici delle istituzioni. Nel frattempo non ci muoveremo da qui. Garantiremo, come da 22 giorni ormai, una presenza costante di istituzioni e cittadini a difesa dell’assemblea permanente dei lavoratori”.

“Abbiamo chiesto un incontro al presidente del Consiglio – queste invece le parole di Landini – per essere in grado di poter fare un’operazione anche di politica industriale perché le aziende, che in modo da Far West hanno aperto procedure di chiusura degli stabilimenti, sono tutte nel settore automotive”. “Sui licenziamenti del fondo Melrose alla Gkn – ha aggiunto – siamo in presenza di un atteggiamento inaccettabile. Abbiamo assistito al tentativo di mettere in discussione non solo il ruolo dei lavoratori e del sindacato, ma addirittura il ruolo delle istituzioni. Quindi è evidente che bisogna ripristinare condizioni che permettano di fare una discussione vera a partire dal rispetto degli accordi che in quella azienda esistono, e del fatto che stiamo parlando di imprese che non sono in crisi perché non hanno mercato o lavoro, stiamo parlando di imprese dove il lavoro c’è. Parliamo di fondi multinazionali che stanno decidendo di delocalizzare le produzioni. Il problema non è solo di quei lavoratori, è chiaro che siamo di fronte davanti a una questione più generale, perché non può passare nel nostro Paese l’idea che multinazionali ed imprese possono comportarsi in questo modo. Quindi c’è il problema, oltre la gestione immediata, di dotarsi anche di una legislazione che impedisca che queste cose possano ripetersi, e per quanto ci riguarda, insisto, questa non è una battaglia territoriale e locale, questa giustamente è una battaglia nazionale che deve avere delle risposte sul piano legislativo, e quindi anche con l’intervento del Governo”.

“Siamo in presenza – ha concluso Landini – di un atteggiamento inaccettabile della proprietà, abbiamo visto addirittura il tentativo di mettere in discussione non solo il ruolo dei lavoratori e del sindacato, ma anche delle Istituzioni. Il primo passo è ripristinare le condizioni che permettano di fare una discussione vera, a partire dal rispetto degli accordi. Allo stesso tempo, penso sia utile che anche le associazioni imprenditoriali capiscano che se si vuole veramente difendere il sistema produttivo del nostro Paese, c’è bisogno di una legislazione che non permetta alle multinazionali di agire e di comportarsi in questo modo, ma di rispettare e di applicare le nostre leggi. A partire dal fatto che, se ci sono delle leggi, prima di licenziare si utilizzano altri ammortizzatori e si fanno altre discussioni”.