Gkn, parlano i lavoratori: “Un compratore privato? Prima un ponte pubblico”

CAMPI BISENZIO – “Con tutta evidenza Melrose”, il fondo inglese che controlla la Gkn, “riaprirà la procedura di licenziamento appena possibile”. C’è anche questo nel documento pubblicato sulla pagina Facebook del Collettivo di fabbrica e approvato dall’assemblea dei lavoratori, con gli operai dello stabilimento di Campi Bisenzio che tornano sulle voci di un ipotetico compratore. […]

CAMPI BISENZIO – “Con tutta evidenza Melrose”, il fondo inglese che controlla la Gkn, “riaprirà la procedura di licenziamento appena possibile”. C’è anche questo nel documento pubblicato sulla pagina Facebook del Collettivo di fabbrica e approvato dall’assemblea dei lavoratori, con gli operai dello stabilimento di Campi Bisenzio che tornano sulle voci di un ipotetico compratore. Lo fanno piazzando i propri di paletti a operazioni che per adesso si muovono solo sullo sfondo della vertenza: “Non accetteremo nessuna ipotesi che non preveda il totale riassorbimento della forza lavoro e il mantenimento dei diritti acquisiti. E anche in caso di compratore privato sarà necessario un ponte pubblico a garanzia della serietà del compratore”. Gli operai, quindi, si rivolgono nuovamente al governo. Il tempo concesso dal Tribunale di Firenze, che ha azzerato la procedura di licenziamento collettivo dopo il ricorso della Fiom, “senza un intervento legislativo sarà sprecato”, sottolineano nel testo.

 “Noi non lo stiamo chiedendo o supplicando. Noi lo stiamo rivendicando. E la rivendicazione, senza mobilitazione, non è nulla. Si torna sempre lì: fuori dalla mobilitazione, non c’è salvezza”. In questo senso “continuiamo a chiedere la decretazione d’urgenza” del governo sull’inapplicabilità “della legge 223”, che regola la procedura di licenziamento collettivo, “al caso Gkn e la sospensione di tutte le 223 per le altre vertenze. Chiediamo anche che vengano decretati tempi più lunghi per aprire le procedure di licenziamento collettivo per le aziende condannate per condotta antisindacale. Detto in altre parole: non osate riaprire e far riaprire la procedura di licenziamento”. Parallelamente “abbiamo chiesto disponibilità a chiunque volesse e potesse a presentare la nostra legge anti-delocalizzazioni in Parlamento. A giorni la presenteremo. E dopo, per quanto ci riguarda, non ci saranno più alibi né scuse”.